In breve

  • Il made in Italy visto con sospetto sui mercati esteri e nella corsa agli acquisti viene lasciato sugli scaffali.
  • Scarseggia la manodopera sui campi. I lavoratori stranieri preferiscono evitare l'Italia.
  • Dopo il Vinitaly anche Cibus "getta la spugna" e rimanda l'appuntamento a Parma da maggio a settembre.
  • Grazie all'emergenza virus la Puglia ottiene un rinvio delle scadenze nell'utilizzo dei fondi destinati ai Psr. Salvi così i fondi europei che non dovranno essere restituiti.
  • Prime conseguenze sull'export agroalimentare, in flessione del 2%. Ma si cerca di correre ai ripari. Timori anche per le macchine agricole.
  • Si riaffaccia la Xylella che torna a espandersi. Intanto gli innesti con la varietà Leccino "tengono".
  • Troppa confusione sul destino del glifosate e demonizzare gli agrofarmaci porta a conseguenze negative.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Effetto virus

E' emblematica la fotonotizia pubblicata da “Avvenire” del 10 marzo sulle conseguenze del Covid-19 nella percezione del made in italy sui mercati stranieri.
L'immagine si riferisce a un supermercato tedesco dove è andato in scena l'ennesimo e irrazionale accaparramento delle merci.
Sugli scaffali quasi del tutto vuoti restano invenduti solo i prodotti di origine italiana.
Come spiega “Libero” del 6 marzo in qualche caso è anche difficile portare le nostre merci sui mercati stranieri, dopo che alle frontiere i nostri autotrasporti vengono bloccati.

Fra gli effetti "secondari" dell'epidemia in corso va annoverata poi la scarsità di manodopera proveniente dai paesi stranieri e impiegata nei lavori agricoli.
Lo afferma il settimanale “Il Venerdì” in edicola insieme a Repubblica il 6 marzo. In una breve notizia ci ricorda che sono circa 370mila i lavoratori stranieri provenienti da 155 paesi diversi e che ora potrebbero mancare all'appello.
Sul tema della manodopera stagionale interviene la "Gazzetta di Modena" dell'11 marzo, che puntando l'attenzione al solo territorio emiliano smorza l'allarme, ricordando che a breve non sono previste raccolte. Se ne riparlerà più avanti, quando andranno a maturazione ciliegie e susine.

Il blocco deciso per frenare l'avanzata del coronavirus si riflette anche sui mercati interni e il “Mattino di Padova” denuncia come persino i prodotti a chilometro zero, ad esempio il radicchio veneto, restino invenduti.
Scendendo a Sud la situazione non migliora e il "Giornale di Calabria" dell'11 marzo lamenta possibili perdite sino al 40% della produzione lorda vendibile.

A soffrire il "fermi tutti", anche le manifestazioni fieristiche e sotto i "colpi" dell'epidemia cede infine il Cibus di Parma, definitivamente spostato da maggio al prossimo settembre.
Lo conferma Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma nell'intervista rilasciata il 10 marzo a “Il Sole 24 Ore”.
Rinvio a settembre anche per il Macfrut, che si terrà nel quartiere fieristico di Rimini, come precisa una breve notizia dell'11 marzo su "Il Resto del Carlino".

Unica nota positiva arriva dal “Corriere del Mezzogiorno”, dal quale si apprende che in conseguenza dei danni subiti dall'agricoltura si è deciso di spostare in avanti le scadenze dei bandi per i Psr della Puglia, i cui fondi altrimenti sarebbero tornati nelle disponibilità di Bruxelles per scadenza dei termini.
Il merito di questo risultato, tiene a specificare "L'Attacco" dell'11 marzo, è da ascrivere al lavoro svolto da due nostri europarlamentari, Paolo de Castro e Raffaele Fitto.


Le conseguenze

Gli effetti dell'emergenza in atto si fanno sentire sui mercati e “La Stampa” dell'8 marzo denuncia la caduta dell'export agroalimentare, che già lamenta un calo di quasi il 12%.

Ben più pesante la flessione nell'export di vino, che stando alle anticipazioni de “Il Sole 24 Ore” del 10 marzo raggiunge una flessione del 20%.
Così dalle pagine di "Italia Oggi" dell'11 marzo Federvini chiede misure per consentire al settore di reggere all'impatto del coronavirus e in particolare un'accelerazione delle procedure per i piani di promozione sui mercati esteri.

Risultati disastrosi quelli registrati dagli agriturismi, che secondo la “Gazzetta del Sud” hanno visto cancellare il 70% delle prenotazioni.

Nel tentativo di frenare la perdita di credibilità del made in Italy è stata lanciata una campagna di informazione all'insegna del "#mangiaitaliano", della quale si parla su “Il Piccolo” del 10 marzo.

Il presidente di Federunacoma, Alessandro Malavolti, dalle pagine di "Italia Oggi" dell'11 marzo si dice preoccupato per la flessione nei commerci di macchine agricole verso i mercati esteri, più orientati ora a preferire i marchi nazionali.
 

Chi tenta il recupero

A dispetto di queste difficoltà, il Consorzio Vog fa sapere dalle pagine del “Corriere dell'Alto Adige” dell'8 marzo, di aver raggiunto un accordo per esportare in Vietnam otto tonnellate di mele made in Südtirol.

Per la commercializzazione del vino, spiega “Il Sole 24 Ore” del 6 marzo, si è messo a punto un sistema di videoconferenza per raggiungere il mercato giapponese.

Nonostante le difficoltà del momento, è opportuno predisporsi alla ripresa che giungerà quando finalmente l'emergenza potrà dirsi superata.
In Lombardia già ci si pensa e l'assessore all'Agricoltura, Fabio Rolfi, anticipa dalle pagine di “Libero” del 6 marzo la volontà di predisporre presto un piano strategico per cogliere al meglio le opportunità di un futuro recupero.
 

Qualche (modesto) aiuto

Nel frattempo occorre tuttavia porre rimedio ai problemi del momento e da “Il Sole 24 Ore” dell'8 marzo giunge la notizia che Abi, l'associazione che riunisce le banche italiane, ha esteso la moratoria sui prestiti prevista dall'accordo del 2018 sulla possibilità di sospendere le rate dei finanziamenti.

Nuovi bandi sono infine previsti per gli incentivi al biogas, grazie a un emendamento al "Milleproroghe" del quale si parla su “Il Piccolo” del 10 marzo.
 

Xylella, rieccola

Si torna poi a parlare della Xylella negli ulivi pugliesi, dopo la registrazione di nuovi episodi fra Brindisi e Taranto.
I dettagli si possono leggere il 7 marzo su “Il Quotidiano del Sud”, dal quale si apprende che oltre agli ulivi sono stati colpiti anche mandorli e oleandri.
Ancora “Il Quotidiano del Sud” descrive tuttavia la ripresa vegetativa registrata in larga parte degli ulivi del Salento, grazie agli innesti con varietà di Leccino eseguiti circa un anno fa.

Dalle pagine del "Nuovo Quotidiano di Lecce" dell'11 marzo arriva nel frattempo la notizia che dopo tanti annunci si è messa l'ultima firma necessaria per sbloccare il decreto interministeriale che destina 300 milioni di euro in due anni agli agricoltori salentini alle prese con la Xylella.

Torna a far parlare di sé anche il glifosate, sul cui impiego continuano ad esistere nella Ue atteggiamenti disomogenei, come segnala “Il Sole 24 Ore” del 7 marzo.
In vista di una sua possibile messa al bando nei prossimi anni, l'Italia rischia di farsi trovare impreparata.

Sempre nello stesso giorno “Il Sole 24 Ore” ospita il parere del direttore generale di Sipcam, Samuele Alessandrini, che esprime le sue preoccupazioni per la demonizzazione ingiustificata che si fa sull'impiego degli agrofarmaci.

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