Così, pur sempre in situazione d’emergenza idrica, arriva dalla Val di Cornia, in Toscana, una buona notizia, quella della sperimentazione d’uso dell’acqua chiara del depuratore Guardamare, che alimenta i laghetti irrigui dell’impianto Fossa Calda di Venturina Terme, in provincia di Livorno con una portata di 130mila litri al secondo.
Un progetto su cui la regione ha investito 100mila euro e che ha portato una "boccata d'acqua" alle aziende del territorio, in particolare per la produzione di frutta e pomodori da industria, in difficoltà per la persistente siccità.
Un progetto ambizioso, come ha commentato Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, l'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue.
Un progetto in cui la Val di Cornia è diventata protagonista di un’esperienza di buona pratica idrica, i cui risultati diverranno patrimonio sperimentale per l’intero sistema.
Per il presidente del Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa Giancarlo Vallesi l'ambizione è di riuscire a sfruttare le infrastrutture esistenti per rendere strutturali azioni volte a soddisfare il fabbisogno irriguo delle aziende agricole anche in condizioni meteorologiche non favorevoli, evitando di arrivare alla vera e propria emergenza.
Un ruolo attivo in questo percorso è svolto da Asa Spa, gestore del servizio idrico integrato, che ha adeguato l'infrastruttura e si è occupato della messa a disposizione tecnica dell'impianto, affinché il progetto potesse concretamente avere luogo.
E come ha affermato Andrea Guerrini, presidente del consiglio di gestione di Asa spa, la politica perseguita inseme a comune e consorzio di bonifica è quella del riuso delle acque trattate dagli impianti di depurazione, nell'ottica della crescente richiesta di risorse idriche da parte delle economie locali.