Secondo i dati riportati, manca circa un terzo dell'acqua che cade usualmente in un anno. Una mancanza di precipitazioni che in alcune zone della regione, come in Maremma, è della metà di rispetto a quelle che sono i valori consueti.
La carenza idrica sta colpendo in maniera dura l'agricoltura soprattutto nelle zone meridionali della regione, con perdite che già si stimano intorno al 40% per colture come cereali e ortaggi e percentuali ancora più alte per foraggi e girasole e miele.
E la situazione meteo al momento non sembra migliorare, come ha detto Bernardo Gozzini del Consorzio meteorologico regionale Lamma, anche se una perturbazione è prevista in questi giorni.
Nel corso della riunione, a cui hanno partecipato anche l'assessore all'Ambiente Federica Fratoni e l'assessore alle Attività produttive Stefano Ciuoffo, l'Autorità idrica regionale e le associazioni di categoria agricole, sono stati illustrati gli interventi straordinari che la regione intende mettere in atto.
Primi tra tutti 25 pozzi, che dovrebbero entrare in funzione nelle prossime settimane e un sistema per venire incontro da subito alle necessità della Val di Cornia.
Sono previste poi opere da realizzare in un periodo medio lungo per creare una infrastruttura idrica stabile che permetta di fronteggiare eventi come quello di quest'anno, che purtroppo non sembrano destinati a diminuire in futuro.
"Queste situazioni di emergenza idrica – ha detto il governatore – stanno diventando sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico e dobbiamo fronteggiarle con azioni che ci garantiscano anche nel futuro. L'ultimo piano da 120 milioni di euro varato nel 2012 a seguito di un'altra crisi idrica ha permesso di attenuare i disagi di questa fase di emergenza. Così dobbiamo attrezzarci da subito per il futuro, inserendo nel piano 2017 un pacchetto di interventi per le zone dove i disagi sono oggi maggiori. La mia idea è quella di integrare la costruzione di alcune grandi opere, con un'azione capillare da attivarsi su tutto il territorio, verificando le condizioni per il recupero e l'utilizzo delle migliaia di piccoli invasi pubblici e privati che già esistono".
Rossi ha poi annunciato di avere inviato al governo la richiesta di stato d'emergenza nazionale che, se accolta, permetterebbe di avere maggiori risorse per gli interventi più urgenti e deroghe per velocizzare gli iter dei lavori.
Per quanto riguarda invece l'acqua potabile, le maggiori criticità vanno registrare all'Isola d'Elba, in Val di Cornia, Val di Cecina, e sull'area delle Apuane.
Risulta invece non preoccupante la situazione nelle zone maggiormente abitate nel Nord Ovest della regione, dove invasi di Bilancino a Firenze e Montedoglio in provincia di Arezzo restano a livelli al momento rassicuranti e migliori di quelli registrati durante l'altra grande siccità del 2012.
Anche le dighe di Levane e La Penna nell'Aretino e le dighe sul Serchio in Lucchesia sono tutte a livelli adeguati.
In ogni caso anche per il settore dell'acqua per uso umano, non viene abbassata la guardia e l'Autorità idrica è impegnata al massimo per scongiurare problemi, come ha dichiarato Alessandro Mazzei, direttore dell'Autorità idrica toscana.
Grazie ad importanti interventi del settore, effettuati nel 2012, sono state messe in sicurezza molte aree della regione, dove oggi la situazione è sotto controllo, come ha ricordato Mazzei.
Adesso per l'Autorità idrica è necessario iniziare gli investimenti strutturali a medio termine che diano una maggiore sicurezza futura per la captazione di acqua sia all'Isola d'Elba sia nella zona sud del fiume Merse, in provincia di Grosseto.
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Fonte: Regione Toscana