Tanto è vero che la Regione Siciliana in una settimana mette all'incasso due importanti operazioni. Il 28 giugno 2017 è stata pubblicata la graduatoria provvisoria del bando Ocm da 13 milioni sugli investimenti nel settore vitivinicolo. E la scorsa settimana, in un importante convegno tenutosi a Palermo, sono state presentate ben dodici nuove selezioni clonali da vitigni antichi, selezionate e testate dalle aziende - grazie anche alla collaborazione di Assovini - e già iscritte al registro varietale, mentre sono pronte all'iscrizione a registro varietale altre dieci cultivar antiche recuperate, in modo da poter ampliare il patrimonio ampelografico autoctono isolano utilizzabile per la produzione di vino con materiale già gradito dalle imprese.
E sono in corso altre ricerche per selezionare cloni resistenti a siccità, salinità e terreni particolarmente ricchi di calcare.
Ocm, 13 milioni in cantina
Per quanto riguarda la graduatoria provvisoria sull'Ocm vino da 13 milioni di euro, rispetto allo scorso anno la dotazione finanziaria sugli investimenti è stata incrementata di 2 milioni. "Stiamo lavorando per aumentare ulteriormente le risorse dell'Ocm investimenti, orientando più fondi verso queste attività invece che sulla riconversione e l'estirpazione dei vigneti" afferma in una nota Antonello Cracolici, assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana."L'obiettivo è quello di rafforzare la capacità di imbottigliamento, commercializzazione ed export del settore, per promuovere la chiusura della filiera produttiva e far crescere il valore aggiunto della produzione, in modo da aumentare la redditività dei nostri vigneti".
Il bando prevede contributi al 50% a fondo perduto per la realizzazione o l'ammodernamento di strutture aziendali, l'acquisto di attrezzature per l'imbottigliamento, la trasformazione e la conservazione dei prodotti vinicoli, l'acquisto di recipienti e barriques, per l'invecchiamento e la movimentazione dei vini, investimenti materiali per l'esportazione, punti vendita aziendali, piattaforme web per il commercio elettronico.
Metà delle risorse disponibili saranno dedicate agli investimenti delle cantine private, l'altra metà a quelli delle cantine sociali.
La ricerca sui vitigni antichi
E sul cosa mettere in bottiglia con tanto di blasone made in Sicily in etichetta le idee sono chiare: "Sui vitigni autoctoni ed antichi e sulla tutela della straordinaria biodiversità della Sicilia, si decide il futuro della nostra viticoltura".Lo ha affermato Antonello Cracolici intervenendo alla presentazione della ricerca sul recupero del patrimonio genetico dei vitigni antichi e dei vitigni autoctoni siciliani, raccolta nel libro "Identità e ricchezza del vigneto Sicilia" che è stata presentata a Palermo la scorsa settimana.
La ricerca contenuta nel volume, portata avanti dall'assessorato Agricoltura della Regione Siciliana ha permesso di individuare 70 varietà di vitigni antichi, 7 vitigni di interesse regionale, 13 di interesse locale, 12 tipologie minori e 12 cloni regolarmente omologati.
"E' stata già presentata la richiesta di registrazione al ministero di un primo gruppo di dieci varietà antiche che sono risultate tra le più apprezzate dalle aziende che hanno assaggiato i vini prodotti nei test di vinificazione sperimentale e che hanno spinto per l'iscrizione" sottolinea Cracolici. "Sono stati sviluppati inoltre dodici cloni di vitigni autoctoni omologati, esenti da virosi e certificati che sono già entrati nel mercato vivaistico e che saranno impiantati nel 2018".
L'attività principale di questa sperimentazione gestita dal Vivaio Paulsen si svolge nel campo sperimentale di Marsala, presso l'azienda Istituto femminile A. Genna Spanò dove è raccolto tutto il germoplasma viticolo siciliano, le varietà autoctone, antiche e i cloni adatti all'omologazione. Sono stati istituiti altri quattro campi sperimentali in varie parti della Sicilia in collaborazione con Assovini, nelle province di Palermo, Agrigento e Ragusa.
"Parallelamente si stanno svolgendo altre attività di ricerca sui portainnesti delle viti resistenti alla salinità, al calcare e alla siccità, con dei campi sperimentali sull'Etna (Nerello Mascalese), a Pantelleria (Zibibbo) e nelle zone di Marsala e Menfi (Grillo e Nero d'Avola), dove si stanno svolgendo dei test in luoghi estremi per verificare l'adattabilità e la resa con i nostri vitigni" spiega Cracolici.
Grazie ad un lungo lavoro durato più di dieci anni, questo studio ha ottenuto le basi scientifiche e i cloni necessari per l'utilizzo di materiale vegetale sano e certificato che permetterà di incrementare la diffusione e la commercializzazione dei vitigni autoctoni nel territorio siciliano "e lanciare una nuova sfida ai mercati internazionali. I risultati di questa ricerca non sono il punto di arrivo ma il punto di partenza perchè le conoscenze acquisite - conclude l'assessore - permetteranno di programmare non solo il miglioramento del patrimonio viticolo regionale ma anche di introdurre dei vitigni unici e sconosciuti per la viticoltura siciliana di domani".
Elenco dei dodici cloni di vitigni autoctoni omologati già registrati
- Grillo Regione Siciliana 297 - sigla: Grillo RS 297
- Grecanico Regione Siciliana 94 - sigla: Grecanico RS 94
- Moscato bianco Regione Siciliana 247 - sigla: Moscato bianco RS 247
- Catarratto bianco comune Regione Sicilia 60 - sigla: Catarratto Comune RS 60
- Nero d'Avola Regione Sicilia 84 - sigla: Nero d'Avola RS 84
- Nerello Cappuccio Regione Sicilia 13 - sigla: Nerello Cappuccio RS 13
- Carricante Regione Sicilia 2 - sigla: Carricante RS 2
- Nerello mascalese Regione Sicilia 121 - sigla: Nerello mascalese RS 121
- Alicante Regione Sicilia 7 - sigla: Alicante RS 7
- Zibibbo Regione Sicilia 601
- Perricone Regione Sicilia 7
- Albanello Regione Sicilia 31
Nomi dei vitigni antichi del primo gruppo di dieci, per i quali è stata richiesta l'iscrizione a registro varietale al Mipaaf
- 4 Rappi
- Catanese bianca
- Inzolia nera
- Lucignola
- Orisi
- Prunestra
- Recuno
- Reliquia bianca
- Usirioto
- Vitrarolo