"Nella vita non contano i passi che fai né le scarpe che usi, ma le impronte che lasci. Riposa in pace Evelyn Nguleka, che la terra ti sia lieve".
Con questo post su Facebook di Matteo Bartolini, vicepresidente di Federbio ed ex presidente del Ceja, il Consiglio europeo dei giovani agricoltori, apprendiamo della scomparsa di Evelyn Nguleka, veterinaria dello Zambia, nel 2013 eletta prima donna al vertice della World farmers organization, l'Organizzazione mondiale degli agricoltori.

Evelyn Nguleka è morta a 47 anni a Lusaka, allo University teaching hospital, dopo un breve ricovero per influenza. La notizia è stata confermata dal presidente dell'Associazione nazionale degli agricoltori dello Zambia (Znfu), Jervis Zimba.

Lo scorso settembre Nguleka aveva rassegnato le dimissioni sia dalla presidenza dell'Associazione nazionale degli agricoltori dello Zambia che della Wfo, in seguito all'arresto per corruzione, che aveva riguardato anche il direttore della Znfu Ndambo Ndambo.

Un anno e mezzo fa, nel corso di Expo Milano 2015, l'allora presidente della Wfo, intervenendo al Forum internazionale dell'agricoltura, al quale AgroNotizie prese parte, promosse la Carta di Milano, "incentrata su alcuni principi cardini, come il diritto a un cibo sicuro e sufficiente, il diritto all'accesso all'energia pulita e il ruolo dell'agricoltura come fondamentale non soltanto per la produzione di cibo, ma anche per la progettazione del paesaggio, dell'ambiente e tutela del territorio e conservazione della biodiversità".

Una delle grandi battaglie della presidente Nguleka era legata alla difesa dei piccoli agricoltori e del ruolo delle donne in agricoltura. "L'agricoltura è un business - dichiarò a Expo 2015 - se gli agricoltori possono ottenere soldi grazie all'attività agricola, è più facile raggiungere l'obiettivo della riduzione della povertà".

La missione degli agricoltori era quella di "collaborare con i governi, confrontarsi con gli altri stakeholder, per fare in modo che il guadagno generato dall'agricoltura faccia uscire dalla povertà le popolazioni".
E delle donne agricoltrici era solita esaltare l'impegno quotidiano nei confronti dell'ambiente, dello sviluppo sostenibile per la produzione di cibo e i risvolti positivi sull'intera società.

A Expo Evelyn Nguleka tornò poche settimane dopo il Forum internazionale dell'agricoltura, per l'assemblea generale della Wfo, che la rielesse per un secondo mandato.
In quell'occasione affermò che "la base della sostenibilità è il diritto alla terra e alla sua proprietà come questione preliminare per la lotta alla fame e anche agli sprechi alimentari. Accanto, riteniamo che anche la meccanizzazione sostenibile sia uno strumento fondamentale per produrre di più, meglio e con minori sforzi".