L'avvicinarsi delle festività natalizie spinge gli acquisti di vino e di spumanti e fra tutti spicca la crescita del prosecco, che continua a raccogliere le preferenze dei consumatori.
Brindano anche gli allevatori, in questo caso per festeggiare il rinnovo dell'accordo sul prezzo del latte. Latte di pecora e formaggi restano però al palo.
Continuano le difficoltà di mercato per molti cereali, come mais e frumento. A proposito di grano arriva l'etichetta con l'indicazione di origine per le paste, ma non tutti sono d'accordo.
L'innovazione è ancora una volta fra i protagonisti della crescita in campo agricolo, dove big data e internet sono sempre più presenti. Un progresso che non va di pari passo con la sicurezza del lavoro agricolo, che lamenta un aumento degli incidenti e della mortalità.
Questi sono solo alcuni dei principali argomenti incontrati sfogliando i quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
Protagonista il prosecco
Ancora una volta è il vino a spingere verso l'alto il fatturato del comparto agroalimentare, con in prima fila il prosecco che continua ad essere nelle preferenze dei consumatori.
Una crescita, scrive “Il Gazzettino” del 17 dicembre, che va di pari passo con l'espandersi delle esportazioni. Si tratta di incrementi record, evidenzia “Il Sole 24 Ore” del 21 dicembre, con la produzione di oltre 500 milioni di bottiglie provenienti dalle zone di produzione tipiche, quelle di Valdobbiadene, Conegliano e Asolo.
Tanto interesse per il prosecco ha portato ad aumentare le superfici destinate a questa produzione. In sette anni, precisa “Il Sole 24 Ore” del 21 dicembre, i vigneti del prosecco sono raddoppiati.
Vini in crescita
Il buon andamento del settore si allarga ad altri vini tipici, come il pugliese primitivo di Manduria, il cui fatturato complessivo è salito sino a 80 milioni di euro, cinquanta dei quali, come sottolinea “Italia Oggi” del 21 dicembre, arrivano dai mercati di esportazione.
E' corsa all'estero anche per i vini di Franciacorta e da “Il Sole 24 Ore” del 20 dicembre si apprende che in questo caso le esportazioni sono cresciute del 7%, per un totale di 330 milioni di euro, con la vendita di 17,6 milioni di bottiglie.
Non poteva mancare in questa corsa alla crescita un vino della tradizione enologica italiana, e toscana in particolare, come il Chianti classico. Le vendite del Chianti classico, scrive “La Nazione” del 16 dicembre, sono infatti letteralmente "volate" in questo 2016.
Vino e imprese
La crescita del comparto enologico attira di conseguenza investimenti, come nel caso delle cantine Soave, che hanno deciso di investire 100 milioni per la crescita delle loro attività, come si apprende da “Italia Oggi” del 21 dicembre.
Movimenti importanti per grandi marchi dei vini, come nel caso di Sella & Mosca, che da Campari si trasferiscono nell'orbita di Terra Moretti, un passaggio commentato da “La Stampa” del 18 dicembre.
Nuove alleanze in vista per uno dei re dei vini, il Brunello. “Italia Oggi” del 22 dicembre dà notizia del recente ingresso di Charles Heidsieck, uno dei leader dello Champagne, in Biondi Santi, fra i principali protagonisti nella produzione di Brunello.
Ancora protagonista il Brunello, insieme al Sassicaia, ma questa volta per le truffe scoperte in Toscana a base di false etichette e per le aggiunte di alcol, riferite il 22 dicembre da “La Nazione”.
Sui mercati
I successi del vino lasciano indifferenti i mercati dei cereali e il “Corriere della Sera” del 19 dicembre descrive le conseguenze della flessione dei prezzi di mais e frumento, che spingono verso l'alto le quotazioni dell'erba medica, che guarda con interesse le possibilità di export verso Cina e Iran.
In controtendenza il radicchio Igp, il cui mercato è in forte crescita. Merito, scrive il 19 dicembre la “Tribuna di Treviso”, del buon andamento climatico e della ottima qualità delle produzioni.
Fra i segmenti in crescita c'è quello della frutta secca, che in molti casi sta trainando la ripresa di alcune aree agricole, come scrive “Avvenire” del 18 dicembre.
In crescita nell'export, scrive “Il Messaggero” del 22 dicembre, è tutto il comparto agroalimentare, grazie al grande numero di startup guidate da giovani. Ma, avverte il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, c'è ancora molto lavoro da fare. Non si spiega altrimenti come possa la Germania essere davanti all'Italia nell'export agroalimentare.
Il prezzo del latte
Segnali positivi arrivano dalle produzioni casearie, anch'esse in crescita sul fronte dell'export. I prezzi ne escono tonificati, trascinando verso l'alto le quotazioni del latte.
E' in questo scenario, descritto da “Il Sole 24 Ore” del 20 dicembre, che arriva la firma sul nuovo accordo per il prezzo del latte fra industrie e rappresentanze agricole. Un risultato salutato con grande enfasi da “Brescia Oggi” del 18 dicembre e così pure dal quotidiano cremonese “La Provincia”.
Scenario opposto per il latte ovino, trascinato verso il basso dalla flessione dei prezzi dei pecorini. Lo denuncia “Unione Sarda” del 21 dicembre, ricordando che in sofferenza c'è anche il mercato degli agnelli.
Il grano e le etichette
Si torna a parlare di grano non solo per le difficoltà di mercato, ma anche per l'arrivo delle nuove etichette sulle paste alimentari, che dovranno indicare l'origine della materia prima. Grande soddisfazione da parte delle rappresentanze agricole, si legge sul “Mattino di Padova” del 22 dicembre.
Una scelta, spiega il “Corriere della Sera” del 21 dicembre, che tuttavia non trova favorevole accoglienza da parte di alcune industrie, come nel caso della Barilla.
Si parla di Barilla su “Il Resto del Carlino” del 20 dicembre, ma in questo caso per una partita di prodotti provenienti dalla Grecia, ma erroneamente indicati come "italiani".
Nel frattempo “Il Sole 24 Ore” del 20 dicembre ricorda le iniziative di Barilla per favorire in Italia la coltivazione di grano duro di qualità. Un percorso che si snoda attraverso i contratti di filiera dei quali si parla il 16 dicembre su “La Sicilia”, destinati a favorire la crescita delle produzioni locali.
Agricoltura 4.0
Cresce l'agricoltura di precisione e l'Italia vanta in questo campo una posizione di avanguardia, come scrive “D”, supplemento di Repubblica in edicola il 17 dicembre.
L'obiettivo è quello di produrre meglio e con minor spreco di risorse, come accade anche nelle stalle, proiettate sempre più verso una zootecnia 4.0, dove elettronica, automazione e internet sono protagonisti.
Se ne discute su “Italia Oggi” del 21 dicembre, che descrive alcune delle più recenti innovazioni, dai robot di mungitura ai sistemi di monitoraggio della mandria.
Avanza parallelamente a grandi passi "l'internet delle cose" e l'impiego dei "big data", nuove frontiere di una crescita già in atto descritte da “Il Sole 24 Ore” del 18 dicembre.
Una corsa all'innovazione che sembra ininfluente nel migliorare la sicurezza nel lavoro agricolo.
Preoccupanti a questo proposito i dati riportati dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 20 dicembre, che denuncia la crescita degli incidenti mortali, raddoppiati secondo i dati raccolti dall'Inail.
22 dicembre 2016 Economia e politica