“Lavorando insieme nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, a partire dall’azzeramento della povertà e fame zero, possiamo spezzare la catena della disperazione” ha così commentato in chiusura della conferenza il presidente dell’Ifad Kanayo Nwanze.
I rappresentanti dei governi membri dell’Ifad hanno esortato a un’azione congiunta per stimolare nuovi investimenti a favore dei piccoli agricoltori, così da raggiungere sicurezza alimentare, adattamento ai cambiamenti climatici e prosperità, oltre a eliminare le cause profonde di conflitti e flussi migratori. In apertura dei lavori è invece intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ribadito “l’impegno dell’Italia a svolgere un ruolo chiave nello sradicamento della fame e della povertà, condizioni davvero insidiose”.
Durante la conferenza tenuta da Mohamed Ibrahim, fondatore e presidente della Fondazione Mo Ibrahim, la discussione si è concentrata sulle nuove generazioni e sul ruolo chiave dell’agricoltura nel combattere gli estremismi. Ibrahim ha rimproverato i governi per non aver tenuto fede ai loro impegni di investimento nei confronti del settore agricolo.
“Niente lavoro, niente speranza – ha ammesso Ibrahim – il continente africano, che ospita il maggior numero di persone malnutrite e affamate nel mondo, è di gran lunga il continente meno produttivo nel settore agricolo di tutto il pianeta, ma anche quello con la maggiore estensione di terre coltivabili, quindi rappresentiamo un’opportunità”.
Nel dibattito dedicato al settore privato, Sunny Verghese, cofondatore e amministratore delegato di Olam International, ha evidenziato “la necessità di iniziative coraggiose che permettano di favorire l’accesso dei piccoli agricoltori ai mercati. I partecipanti al dibattito hanno evidenziato come tutti gli attori in gioco, governi, settore privato e istituzioni finanziarie come l’Ifad, piccole-medie imprese e piccoli proprietari terrieri, abbiano un ruolo chiave da svolgere per raggiungere tale obiettivo”.
Nella tavola rotonda moderata dal vicepresidente associato dell’Ifad Perin Saint Ange si è parlato invece di nuove tecnologie per migliorare lo sviluppo agricolo, moderni approcci volti a creare percorsi di empowerment per le donne e i giovani e metodi innovativi per rendere più attraente il lavoro rurale agli occhi delle nuove generazioni.
Prima del dibattito finale, Ismahane Elouafi, direttore generale del Centro di ricerca internazionale Icba, ha ricordato come il mondo si trovi a un bivio in termini di uso eccessivo delle risorse naturali e come la regione mediorientale e dell'Africa del Nord sia già gravemente colpite da siccità.
"I cambiamenti climatici hanno un impatto molto forte sulle popolazioni povere e tendono a emarginarle - ha ricordato Elouafi - Abbiamo sfide importanti da affrontare e lo dobbiamo fare ora".