Nel rispetto della tradizione, che vuole la stagione tiepida e il clima mite insieme alla luna in fase calante, si è dato il via al lavoro di imbottigliamento dei vini più secchi attraverso esempi pratici di come, con tempo sereno e in mancanza di vento, si possa cominciare a fare ciò che facevano i nostri nonni con i vini soprattutto provenienti dal territorio. Tenere il livello del vino a sei-otto centimetri al di sotto del tappo, posare i vini abboccati in vetro con aspetto perfettamente limpido e non in stato di fermentazione, mai bagnare il tappo di sughero con il vino, oliare e ripristinare l’oliatura dei tappi 24 ore prima dell’utilizzo e non tenere per troppo tempo il vino in damigiana, soprattutto quello dolce, per evitare complicazioni dovute all’eccesso di fermentazione.
Importante dire anche che per il mantenimento delle caratteristiche qualitative del vino stesso è fondamentale accertarsi dello stato di igiene assoluta e testata dei contenitori in cui viene conservato.
Dalle parole degli esperti si è capito in modo chiaro che il periodo per l’imbottigliamento migliore sarà proprio quello fino alla settimana della Santa Pasqua, passata la perturbazione prevista per questi giorni.
“La funzione del Cap – ha detto il presidente Giorgio Grenzi- è anche questa, dando consigli utili a tutti gli interessati, creando le migliori condizioni per apprezzare al meglio i nostri prodotti. Visitare la nostra agenzia è immergersi nella qualità del nostro territorio con esperti disponibili, aggiornati e soprattutto informati”.
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Fonte: Consorzio agrario di Parma