Gli operatori si sono già espressi
Sulle colonne di Italiafruit News il tema era stato sollevato a maggio (Clicca qui per saperne di più) e l'81% dei nostri lettori aveva compreso e sancito il bisogno di una unica Fiera di portata internazionale per tutta la filiera. Un campione certo piccolo ma molto più significativo delle dichiarazioni e soluzioni (spesso almeno improbabili) di questo o di quello tirato in ballo sull’argomento.
Avevo pregato le associazioni di rappresentanza delle imprese ortofrutticole di tenere conto di quanto era uscito dal sondaggio e di seguire il modello americano, dove l’organizzazione di rappresentanza delle imprese, la Produce Marketing Association, governa la seconda più importante fiera al mondo sull'ortofrutta. E’ vero che in Italia abbiamo più di un’organizzazione per il settore, ma sono sempre un numero limitato e trovare un punto d’incontro su un tema come questo non dovrebbe essere impossibile. Che il modello americano sia giusto per un paese importante dal punto di vista produttivo come il nostro lo si può capire dall'emulazione che ne ha fatto Madrid e dal successo che ha ottenuto Fruit Attraction, mentre Fruit Logistica è localizzata su un grande mercato di consumo più che di produzione, per cui l'organizzazione in capo a Messe Berlin è perfetta.
Il ruolo delle organizzazioni di rappresentanza
Dopo quattro mesi dal mio appello manca almeno la verifica palese di una iniziativa forte e condivisa in questo senso da parte delle organizzazioni di rappresentanza per governare lo sviluppo di un progetto di filiera. Senza questa ognuno pensa ancora a dire la sua, a pensare al progetto più idoneo e, così, ogni Ente fieristico fa la sua corsa costruendo comitati promotori, chiamando a raccolta gli espositori, ecc..
Lasciando per ora da parte la bontà dei progetti in campo - e quello che ne pensa ciascuno di noi - il tema è un altro: solo le rappresentanze dell'ortofrutta possono trovare un accordo forte - ma che deve essere esplicito e alla luce del sole - con cui dirigere lo sviluppo di questo evento su un unico progetto da condividere. Per una volta non tiriamo in ballo la politica, non ha responsabilità diretta. Il tema è troppo tecnico. Prima si trova un accordo forte nel mondo imprenditoriale, poi si va dal Ministro Martina e si chiede aiuto alla sua realizzazione. Mi pare difficile che possa prendere una posizione netta senza prima un progetto condiviso da coloro che deve rappresentare.
Serve un miracolo italiano, lo dobbiamo ai produttori
Non serve che tutti siano d'accordo ma basta una larga maggioranza che in modo palese consenta di far quadrare i conti ad un evento rispetto agli altri. Senza questa i singoli potranno e dovranno considerare solo le loro utilità individuali, d'impresa o d'associazione. Perché ci si stupisce che qualcuno voglia rimanere a Cesena, qualcuno preferisca Bologna e, nell'ambito di questi ultimi, qualcuno voglia la Fiera con il Sana e qualcuno no? Perché è strano che a Milano si contrapponga Roma e all'autunno l'estate? E' come chiedere la formazione della nazionale ai tifosi. Cosa vi aspettate? Ognuno ha le sue legittime logiche.
Sulla carta i tempi per governare il processo non ci sono più, Fruit Gourmet Expo a Verona e Fruit Innovation a Milano partono entrambe a maggio 2015, ma gli italiani sono capaci di fare cose impossibili, nel bene e nel male.
Anziché parlare e scrivere serve ora solo agire dandone evidenza e quelli che possono farlo sono un numero limitato di persone, basta che ne abbiano la volontà. Credo che malgrado tutto sia un atto dovuto soprattutto nei confronti dei produttori di ortofrutta che, mai come ora, stanno davvero soffrendo. Staremo a vedere.
Managing director Italiafruit News
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Fonte: Italiafruit