Sono solo alcuni numeri del grande patrimonio economico della cooperazione agroalimentare della prima regione d’Europa quanto a valore della trasformazione. “Le cooperative del comparto – ha detto Perini - trasformano e commercializzano il 50% della produzione agroalimentare regionale nelle diverse filiere, con un ruolo di primo piano nei consorzi di tutela e anche nelle aree svantaggiate, a partire dalla montagna”.
La scommessa è quella di vincere sul piano della redditività, nella catena agroalimentare, come ha ricordato l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava. “Assicurare valore aggiunto alle materie prime è la sfida che vi attende – ha sostenuto Fava – e l’accesso al credito, in un momento non certo facile per l’agricoltura, diventa uno strumento di vitale importanza. Motivo per cui nelle prossime settimane, di concerto con Finlombarda, la Regione darà vita al credito verde, una linea privilegiata per sostenere la liquidità delle imprese agricole”.
Un passaggio, quello legato alla valorizzazione, ripreso anche da Perini nella sua relazione. “La cooperazione agroalimentare deve essere lo strumento attraverso cui l’imprenditore agricolo da produttore agricolo diventa produttore di cibo – ha affermato Perini nella sua relazione -. Si tratta innanzitutto di un ideale imprenditoriale e poi di un obiettivo economico. E questa sfida potremo vincerla solo se saremo in grado di governare le nostre filiere agroalimentari, affinché il valore aggiunto prodotto si traduca in reddito e quindi in qualità della vita degli imprenditori agricoli soci”.
Ma il reddito trae la propria origine anche e soprattutto dalla conoscenza, prerequisito per trasferire il valore all’impresa agricola ed elemento che il consumatore ha a disposizione per garantire la legalità e la lotta alla contraffazione, una delle tanti questioni irrisolte e sulle quali Regione Lombardia sta scommettendo, in vista di Expo 2015.
“Abbiamo molto apprezzato – ha specificato Perini – il protocollo dell’assessore Fava con il commissario Wilkinson, sicuramente un atto importante. Da parte nostra riteniamo importante aggiungere che il supporto informativo nei confronti dei consumatori che comunichi loro l’esistenza e la consistenza stessa delle filiere agroalimentari sia la base su cui costruire ogni azione di lotta alla contraffazione alimentare, che pure è una delle più impellenti emergenze che dobbiamo combattere e che stiamo combattendo”.
D’altronde, è proprio sulle filiere che “oltre alla fiducia dei consumatori si misura anche la competitività e il reddito dei produttori”. Passato il momento del “piccolo è bello”, anche le dimensioni contano nella missione di fare impresa e – ampliando l’orizzonte al 2015 – di nutrire il pianeta, come declama lo slogan di Expo.
La cooperazione ha giocato un ruolo di primo piano anche nei grandi consorzi di tutela del Grana Padano e del Parmigiano-Reggiano, il cui lavoro ha avuto un peso non indifferente “nell’approvazione del Pacchetto Latte”.
“Oggi dobbiamo parlare necessariamente di competitività di filiera – ha sottolineato il prof. Gabriele Canali – non è un caso che nelle filiere caratterizzate da una chiara leadership cooperativa, come lattiero caseario, ortofrutta, vino, e anche nelle carni, la bilancia commerciale sia positiva, con i flussi in esportazione che superano strutturalmente quelli di importazione”.
“La cooperazione si trova in una fase cruciale della sua storia – ha aggiunto Canali – e dallo sviluppo tecnologico si è passati a quello qualitativo. Oggi siamo nella fase di una non più rinviabile integrazione efficace e completa della filiera, così i produttori agricoli possono diventare produttori di cibo”. Un concetto, appunto, che ritorna anche nella parte più tecnica dell’appuntamento assembleare.
Per crescere, tuttavia, bisogna muoversi nella medesima direzione. Sembra dire così, tra le righe, il presidente di Confcooperative Lombardia, Maurizio Ottolini. “Siamo di fronte a grandi sfide e a grandi interrogativi – ha affermato -. Il valore della cooperazione e della nostra rappresentanza devono essere all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte. La capacità di portare avanti e sintetizzare gli interessi del settore agro-alimentare, è proprio un compito che spetta alla rappresentanza, in particolar modo alla necessaria e auspicata sinergia tra la rappresentanza del settore agroalimentare cooperativo e a quella del settore agricolo”.
Gli scenari complessivi, infatti, impongono lucidità per chiudere partite importanti e risolvere problemi complessi. Li riassume il numero uno di Fedagri Confcooperative, Giorgio Mercuri: “La riforma della Pac, la sburocratizzazione, la lotta alla contraffazione, la valorizzazione della trasparenz e della tracciabilità”. Questioni dalle quali non ci si può sottrarre e che, comunque, “il mondo cooperativo è in grado di garantire già oggi”.
Le elezioni. Oltre a Fabio Perini alla presidenza sono stati eletti i consiglieri di Fedagri Lombardia. Rimarranno in carica per i prossimi 4 anni: Fabrizio Messaggi (Cooperativa Agricola di Calvenzano – Bergamo), Martino Boldini (Caseificio Lait – Brescia), Davide Guainazzi (Flormercati – Brescia), Luigi Losi (COMAB – Brescia), Marco Ottolini (Agrilatte – Brescia), Bartolomeo Chiozzi (Latteria Soresina – Cremona), Giovanni Guarneri (PLAC – Cremona), Alberto Scaravaggi (Latteria Soresina – Cremona), Carlo Mizzi (Santangiolina Latte Fattorie Lombarde – Milano), Paolo Brutti (Latteria Sociale Mantova – Mantova), Davide Errera (Latteria Agricola del Po – Mantova), Stefano Pezzini (Latteria Agricola S. Pietro – Mantova), Giacomo Scaroni (OPO Bellaguarda – Mantova), Graziano Faravelli (Terre d’Oltrepò – Pavia), Franco Marantelli Colombin (Latteria Sociale Chiuro – Sondrio).
Matteo Bernardelli