Nei primi nove mesi dell’anno il valore aggiunto agricolo è sceso dell’1,4%. E’ andata meglio del comparto industria (che comprende le costruzioni): -3,7% e del totale dell’economica nazionale che ha marcato sino a settembre un -2,2%. Gli occupati agricoli nei primi nove mesi dell’anno sono scesi del 4,3% in complesso e del 3,3% gli occupati dipendenti. In entrambi i casi si tratta di un andamento peggiore dell’evoluzione, già negativa, dell’occupazione del totale dell’economia nazionale.
“Spiace soprattutto rilevare – commenta Confagricoltura - che il dato sull’evoluzione del numero degli occupati dipendentI praticamente annulla il brillante aumento di +3,6% di occupati dipendenti del settore agricolo che si era registrato dal 2011 al 2012 e che aveva fatto scommettere su una inversione di tendenza strutturale. Per la quale dovremo quindi, pare, purtroppo attendere”.
L’export è il dato positivo che lascia sperare, secondo Confagricoltura. Nei primi dieci mesi dell’anno l’export agricolo (+3,4%) e agroalimentare nel complesso (agricolo più trasformati: +5,5%) sono cresciuti e hanno registrato performance decisamente migliori dell’export nazionale complessivo che è diminuito dello 0,2% da gennaio ad ottobre. Cresce costantemente la quota di export agroalimentare sul totale che è passata dall’8% nel 2011 all’8,5% nel 2013 (gen-ott).
Dello stesso segno le valutazioni della Cia, che sottolinea i problemi legati alla crescita dei costi produttivi, contributivi e burocratici (un aumento tra il 7 e l’8%) che stanno fiaccando il valore delle imprese. “Difficoltà evidenti - dice il presidente, Giuseppe Politi - si sono riscontrate nel valore aggiunto agricolo e sul fronte della produzione, anche a causa delle pesanti conseguenze del maltempo che ha contrassegnato tutto l’anno passato, si dovrebbe registrare un calo tra il 3 e il 5%”.
Stesso discorso per i prezzi all’origine che, secondo le prime stime della Cia, dovrebbero avere una flessione di circa il 3 per cento, dovuta al repentino mutamento del trend positivo intervenuto negli ultimi due trimestre dell’anno.
“Diverso è, invece, lo scenario per i redditi degli agricoltori che - sostiene il presidente confederale - dovrebbero segnare un sostanziale aumento rispetto al 2012. Più 8,9%, confermato anche dalle prime stime di Eurostat.
I nostri produttori hanno registrato, in ambito Ue, la flessione più accentuata: meno 15,7%. E, quindi, l’incremento del 2013 compensa solo in parte il pesante calo che si è accumulato negli ultimi dieci anni”.
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