Si è tenuto ieri il trilogo tra i rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, per trovare un accordo politico sulle ultime istanze di carattere finanziario relative alla riforma della Politica agricola comune post 2014.

Degressività degli aiuti (tasso di riduzione dei pagamenti diretti), trasferimento dei crediti tra i due pilastri (aiuti diretti e sviluppo rurale), convergenza esterna, riserva di crisi e livello del cofinanziamento nazionale, i temi al centro dell’incontro sui quali il Parlamento vuole chiudere il negoziato.

“Nell’incontro - ha dichiarato il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro - abbiamo esposto la nostra posizione, riscontrando alcune aperture da parte della presidenza lituana. Come ho fatto presente in una lettera inviata alla presidenza del Consiglio agricolo, il Parlamento dovrà necessariamente votare sulla riforma il 30 settembre. Confido nella ragionevolezza dei ministri, ma - ha ribadito De Castro - per noi rimane fuori discussione accettare senza alcuna modifica le conclusioni del Consiglio europeo di febbraio (i temi in oggetto erano inizialmente compresi nell’accordo sul quadro finanziario pluriennale dell’Ue). Se non ci sarà accordo - ha concluso il presidente - per tutti gli altri punti ratificheremo l'accordo politico del 26 giugno, ma sui punti ancora in sospeso voterà sulla base del mandato iniziale del Parlamento europeo. Così facendo si andrebbe però a configurare una situazione di incertezza legale i cui esiti sono difficili da predire”.

La presidenza lituana riferirà sull’incontro di ieri al prossimo Consiglio agricolo che si terrà il 23 settembre, mentre per il 24 settembre è fissato il prossimo trilogo tra le tre istituzioni europee che, si auspica, possa essere considerato l'ultimo e decisivo