Nel 1963, cinquant’anni fa, è stata varata dal Governo italiano la normativa sui vini a Denominazione di origine. Un traguardo raggiunto dopo anni di confronti e discussioni che hanno avuto origine dalla proposta, avanzata nel 1921 alla Camera da Arturo Maresclachi, fondatore dell’attuale Assoenologi, del primo progetto di riconoscimento dei “Vini tipici”. La proposta, convertita in legge nel 1930, ma mai entrata in vigore perché mancante dei regolamenti attuativi, ha creato un vuoto legislativo risolto soltanto nel 1963 con il varo dello storico Dpr 12 luglio 1963 n.930.

Sulla base della normativa entrata in vigore nel ’63, è nato un anno dopo, come organismo del ministero dell’Agricoltura, il Comitato nazionale vini con mansioni propositive e deliberative su tutti i vini designati con nome geografico. Da allora le Dop italiane registrate sono arrivate a quota 403, di cui 330 Doc e 73 Docg, mentre le Igp sono 118. In particolare la prima denominazione di origine riconosciuta dal comitato è stata la “Vernaccia di San Gimignano” nel 1966.

Il rapporto presentato a Vinitaly, ripercorrendo la storia del Comitato nazionale vini e delle denominazioni di origine italiane, racchiude i dati relativi alla produzione vitivinicola italiana e l’elenco aggiornato di tutti i riconoscimenti italiani.

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