"Quella della aree interne non è stata per lungo tempo una priorità per il Paese. Le priorità erano altre e sono altre, come le aree urbane periferiche, ma si tratta di una questione fondamentale".

Con queste parole il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Mario Catania è intervenuto il 15 dicembre al seminario "Aree interne: nuove strategie per la programmazione 2014-2020", organizzato dal ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca.

Guardando alle aree interne in Italia, emergono caratteristiche comuni, come la tendenza allo spopolamento, ma anche la presenza di forti differenze. Il ministro ha dunque invocato "uno sforzo importante" per fornire risposte legate alle esigenze dei singoli territori, grazie a uno scambio continuo e proficuo tra le amministrazioni centrali e quelle periferiche.

"Credo che ci siano alcuni elementi generali sui quali bisogna insistere con forza e tra questi la qualità del territorio occupa un ruolo fondamentale, soprattutto nelle aree interne dove questa è mediamente meno deteriorata che non in quelle urbane, costiere o pianeggianti – ha detto Catania – Spesso ci si trova di fronte ad un territorio ancora integro, pur con una tendenza all'evoluzione in senso negativo. Per questa ragione è estremamente importante il tema della manutenzione del territorio e la sua centralità implica interventi normativi forti".
Nello specifico il ministro ha parlato di "direttrici che rompano le attuali tendenze", citando come esempio il provvedimento legislativo contro la cementificazione del territorio.

 

Nella gestione della qualità del territorio gioca un ruolo fondamentale l'agricoltore: crescita e sviluppo delle aree interne sono irraggiungibili se c'è un abbandono massiccio della terra. Per contrastare questo fenomeno Catania ha indicato alcuni fattori fondamentali: una buona politica agricola, il recupero di margini di redditività adeguati, un sistema di infrastrutture e di servizi che porti la popolazione a scegliere di continuare a vivere in queste aree, dove la qualità della vita è ritenuta tutto sommato migliore di quella delle aree urbane.

 

"Le aree interne – ha sottolineato il ministro Catania – sono spesso caratterizzate da una crescente forestazione, ma questo non deve essere considerato un fattore necessariamente negativo. Ci sono una serie di potenzialità e possibilità che passano per l'utilizzo della risorsa boschiva in maniera economicamente produttiva e che possono essere sfruttate. Potremmo, ad esempio, alimentare tutta una serie di soluzioni per l'energia 'dolci' e a basso impatto ambientale".

 

Catania si è anche soffermato sul tema dell'acqua. "Il grosso della partita – ha spiegato – si gioca nelle aree interne. Dobbiamo cambiare marcia su questo tema, nei prossimi anni e decenni, per evitare conflitti tra uso civile, industriale e agricolo perché questo ci penalizzerebbe enormemente. Dobbiamo intervenire sul territorio, anche per rispondere ai cambiamenti climatici, migliorando la rete idrica ma anche creando piccole infrastrutture nuove, come un circuito di piccoli invasi, fondamentali per conservare e gestire la risorsa idrica.

 

Interventi di questo tipo richiedono investimenti ingenti e questi sono possibili solo attraverso la programmazione dei fondi comunitari, sulla quale stiamo lavorando e continueremo a lavorare con grande forza insieme al ministro Barca".