E' un mondo in continua evoluzione quello dello zucchero, con una domanda che cresce a livello mondiale del 2% l'anno e con un mercato dai prezzi in tensione. Un'evoluzione che coinvolge inevitabilmente il mondo della bieticoltura, e che fa seguito ai profondi cambiamenti indotti dalle strategie comunitarie con la riforma della Ocm zucchero, che ha portato alla chiusura di 15 stabilimenti in Italia. Nuovi scenari ai quali il mondo della produzione risponde dotandosi di un diverso assetto nelle rappresentanze dei produttori. Anb e Cnb, le due principali associazioni che operano nel settore della bieticoltura italiana, hanno così deciso di costituire la Confederazione generale dei bieticoltori italiani, in sigla Cgbi. L'obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio di esperienza dei due enti e di assumere la rappresentanza del settore in tutte le sedi, da quelle comunitarie e internazionali a quelle nazionali. L'atto di “nascita” del nuovo sodalizio, avvenuta nei giorni scorsi a Bologna, reca le firme del presidente di Anb, Mario Guidi, e del suo collega di Cnb, Alessandro Mincone ed entrambi hanno assicurato che l'operatività del nuovo organismo sarà immediata. Al primo posto la tutela degli interessi degli associati, che rappresentano l'80% della bieticoltura italiana, ma fra i suoi compiti figurano inoltre la stipulazione degli accordi interprofessionali, come pure i controlli di laboratorio delle bietole dei soci negli zuccherifici di destinazione. Parole d'ordine saranno massima efficacia nell'azione di rappresentanza e nell'erogazione dei servizi.

 

I progetti

Un impegno significativo, ha tenuto a precisare Alessandro Mincone, che ha assunto la presidenza di Cgbi, sarà dedicato al miglioramento della produttività delle colture. Aumentare la produzione italiana significa ridurre il ricorso alle importazioni per soddisfare un consumo interno che è pari a 1,6 milioni di tonnellate.

I numeri della bieticoltura italiana
Superficie coltivata 55.000 ha
Aziende bieticole

8.500

Quota nazionale 508.379 tonn
Consumo 1,6 milioni di tonn

Aggregare le energie positive del settore è, a parere del vice presidente di Cgbi, Mario Guidi, una strada obbligata per dare certezze ai produttori. E per fare questo è necessario semplificare le rappresentanze per essere più incisivi nella difesa degli interessi del mondo bieticolo. Dopo le difficoltà che hanno fatto seguito alla riforma della Ocm zucchero, sono ora da completare per gli zuccherifici dismessi i progetti di riconversione in impianti per la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili. Grazie a questi progetti il valore delle polpe surpressate hanno triplicato il loro valore, a vantaggio dei bieticoltori. Risultati che potranno essere consolidati anche grazie alle sinergie tra le associazioni, che si concretizzano nella nascita di Cgbi.

 

Uniti verso la riforma della Pac

Il nuovo strumento associativo che i bieticoltori si sono dati segna il definitivo superamento di vecchie e anacronistiche divisioni che non hanno più motivo di esistere, tanto più in vista delle nuove sfide che il settore deve affrontare. E fra queste vi è la riforma della Pac, argomento sul quale si è soffermato il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro (nella foto un momento dell'incontro), che nel suo intervento ha anticipato come improbabile una sospensione a breve del sistema delle quote per lo zucchero europeo. I lavori per la riforma della Pac stanno incontrando molti ostacoli, che ovviamente non riguardano solo lo zucchero, ulteriormente complicati dalla crisi finanziaria internazionale. Quest'ultima sta poi ritardando la definizione delle risorse economiche destinate all'agricoltura, un'assenza che impedisce alla Commissione di procedere al voto finale. Bisogna poi fare i conti, ha ricordato De Castro, con i circa 700 emendamenti alla proposta Ciolos presentati dal Parlamento e gli altrettanti formulati dal Consiglio. Probabile dunque un ritardo nell'iter di approvazione della riforma, ritardo che però non avrà ripercussioni negative per l'agricoltura italiana.

 

Solo un primo passo

I bieticoltori, intanto, con la nascita di Cgbi, possono salutare con soddisfazione lo smantellamento di un altro pezzetto del muro di divisioni e contrapposizioni che ha impedito alla nostra agricoltura di dotarsi di efficaci strumenti di rappresentanza. Su questa strada occorre continuare. Altri pezzi di “muro” attendono di essere abbattuti.