Futuro delle biotecnologie, accesso al cibo, longevità e benessere, alimentazione sostenibile: sono solo alcune delle priorità globali di cui si discuterà i prossimi 30 novembre e 1 dicembre a Milano, nell'Aula Magna dell'Università Bocconi, durante il terzo International Forum on Food & Nutrition, organizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition.

L'evento, giunto alla sua terza edizione, è un appuntamento di portata internazionale nato per mettere a confronto i più importanti esperti e opinion leader mondiali su molti temi inerenti alimentazione e nutrizione, estendendo il dibattito alla società civile, con un approccio multidisciplinare.

 

 

Il Forum

Al 3rd International Forum on Food & Nutrition prenderanno parte alcuni tra i massimi esperti internazionali: Guido Barilla, presidente del Barilla Center for Food & Nutrition, Carlo Petrini, presidente onorario Slow Food, e Umberto Veronesi, oncologo. Per leggere la lista completa dei relatori clicca qui.

I lavori, seguendo una formula ormai consolidata, si articoleranno su due giornate e vedranno alternarsi una sessione plenaria (30 novembre nel pomeriggio e 1 dicembre al mattino) e workshop tematici di approfondimento (la mattina del 30 novembre e il pomeriggio del 1 dicembre).

L'evento ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Senato e della Camera, del ministero delle Politiche agricole, del ministero della Salute, della Provincia di Milano, della Commissione europea e della Fao.

 

Denutrizione e land grabbing

Secondo la Fao il 13,4% un miliardo di persone (il 13,4% del pianeta) oggi è denutrito e vive prevalentemente in contesti agricoli. Negli ultimi anni la diminuzione della produttività agricola in alcune aree del pianeta, collegata a fenomeni naturali quali inaridimento dei suoli, scarsità delle risorse idriche, effetti del cambiamento climatico hanno aggravato la situazione, e hanno portato alcuni governi a cercare opportunità alternative per assicurarsi i livelli produttivi necessari a soddisfare i loro fabbisogni alimentari. Il fenomeno del land grabbing (accaparramento di terre) oggi riguarda 80 milioni di ettari di superfici coltivate: una forma di neo-colonialismo che ha spesso visto degenerare la corsa per l'accaparramento per le risorse naturali in forme violente.

 

Gli Ogm: una soluzione al problema dell'accesso al cibo?

Oggi la produzione di piante Ogm nel mondo è concentrata in 10 Paesi industrializzati, con il 96% dei 148 milioni di ettari totali di superfici coltivate a transgenico, mentre altri 19 Paesi producono il restante 4%. Tra questi ultimi vi sono 8 Paesi europei - Germania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Spagna e Svezia - che nel 2010 hanno impiegato sementi Ogm per un totale di circa 100.000 ettari, in un contesto che presenta un'opinione pubblica complessivamente contraria all'adozione di biotecnologie di carattere transgenico in campo agroalimentare.

Tuttavia l'Unione europea guarda con estremo interesse alle nuove biotecnologie, come dimostrano le politiche di incentivazione della knowledge based economy adottate nel corso dell'ultimo decennio e un disegno strategico che pone grande attenzione al biotech.

 

Distribuzione delle risorse: puntare sull'equità

All'altro capo dell'emergenza denunciata dalla Fao c'è un miliardo di individui obesi o in sovrappeso, concentrati soprattutto nei Paesi occidentali ma in forte crescita anche in quelli in via di sviluppo.

Il problema dell'obesità infantile, in particolare, rappresenta una questione estremamente delicata per il benessere delle future generazioni, poiché è nei primi 3 anni di vita che si gettano le basi per una vita sana da adulto, per la programmazione metabolica e per lo sviluppo del sistema immunitario. Oggi invece, secondo i più recenti studi internazionali, nei Paesi sviluppati solo l'1% dei bambini adotta abitudini alimentari corrette, secondo quanto raccomandato per una composizione settimanale ottimale della dieta.

Adottare uno stile di vita sano si traduce inoltre in una migliore aspettativa di vita in salute: oggi infatti, nonostante l'aspettativa di vita alla nascita sia quasi raddoppiata nel corso dell'ultimo secolo, l'80% degli over 65 è affetto da almeno una patologia cronica, e il 50% affetto da due o più malattie, con forti ripercussioni anche in termini di costi sociali di cui i Paesi si devono fare carico: si stima che solo in Italia la spesa sostenuta ogni anno in terapie e cure per patologie cardiovascolari, diabete e tumori sia di 40 miliardi di Euro, pari a circa 700 euro a testa, mentre negli Usa supera i 700 miliardi di dollari.