“L’Italia sta vivendo un momento difficile: gli effetti della crisi economica mondiale si stanno manifestando in maniera particolarmente pesante in tutti i settori. Oggi paghiamo il prezzo, ahimè, del passaggio da un’economia reale, che è essenzialmente produzione di beni e servizi, a un’economia della finanza e dei capitali. E' una rotta che dobbiamo invertire. E' il momento delle grandi scelte e dei cambiamenti. Oggi più che mai servono coraggio e lungimiranza. Il Governo sta assumendo decisioni importanti, cercando di conciliare il rigore dei conti con la stabilità economica e la ripresa, razionalizzando risorse e cercando intese su quelle riforme strutturali capaci di innescare meccanismi virtuosi e di correggere impostazioni non all’altezza delle nuove esigenze”.

Con queste parole il ministro delle Politiche agricole alimentari Saverio Romano è intervenuto alla Libera Università della Politica a Filaga (PA) all’incontro “Crisi globali e capitali da rivalutare: l’agricoltura, la pastorizia, la pesca, il turismo culturale e sostenibile, la cantieristica e la logistica”.

“In questo difficile quadro l’agricoltura sta dimostrando una “tenuta” che non può non essere letta come un segnale importante. Le ultime previsioni dell’Istat confermano infatti l’aumento su base annua del valore aggiunto della produzione agricola. Proprio per questo, in un periodo di forti tensioni sociali, l’agricoltura – prosegue Romano  - può tornare a svolgere un ruolo determinante per unire il Paese, così come già accaduto 150 anni fa, quando questo comparto rappresentò la colonna portante del processo di unificazione".

“Non dobbiamo comunque  nasconderci dietro a dati sostanzialmente anticiclici, ma, anzi, da questi dobbiamo trarre maggior coraggio  e convinzione nella ricerca di soluzioni più efficaci e concrete per superare limiti e difficoltà. Credo - continua Romano - che il migliore esempio in questo senso sia la legge sull’esdebitazione per le imprese agricole, un provvedimento, il primo dal ’42, che le mette nelle condizioni di ristrutturare i debiti con lo Stato e nei confronti del sistema bancario, uscendo così da una situazione che rischiava di paralizzare l'intero comparto".

“In questo modo aiutiamo gli imprenditori – conclude il ministro - a uscire da una fragilità che era diventata strutturale: si tratta di un provvedimento che riguarda 980.000 aziende agricole su 1.620.000, di cui ben 700mila nel mezzogiorno d'Italia.”