"Non si può accettare che un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune, sia vittima di inquietanti fenomeni malavitosi e di mafia che umiliano uomini e il proprio lavoro e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini in termini economici e sanitari. la qualità del made in Italy dipende dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che concorrono a realizzarlo".

Lo sottolinea la Coldiretti in occasione delle misure antimafia decise dal governo. "A gonfiare i prezzi degli alimenti - spiega la Coldiretti - sono anche il racket, il pizzo e gli altri fenomeni malavitosi che sviluppano a danno delle campagne italiane un giro di affari di 7,5 miliardi di euro. Nelle campagne la criminalità organizzata in agricoltura opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, Del cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell'unione europea e caporalato. Tra i fenomeni preoccupano - continua la Coldiretti - le intromissioni nel sistema di distribuzione e trasporto dei prodotti alimentari, carne e ortofrutticoli soprattutto, che danneggiano gli operatori sotto il profilo del corrispettivo pagato agli imprenditori agricoli e aumentano in modo anomalo i prezzi al consumo".

Si registra anche, continua la Coldiretti, il ritorno dell'abigeato con il furto di circa 100 mila animali da allevamento all'anno, quello dell'usura aggravato dall'andamento sfavorevole del settore in alcune aree, gli atti di vandalismo collegati ad estorsioni, mentre ha raggiunto dimensioni allarmanti anche la sottrazione di trattori e delle altre attrezzature agricole spesso con la formula del 'cavallo di ritorno' che prevede di dover pagare per farsi restituire il mezzo.