Una ricerca svolta da Nomisma in collaborazione con il mensile "Vita in Campagna", che da oltre 25 anni segue chi per passione coltiva piante o alleva animali nel tempo libero, sembra infatti dimostrare come le aree rurali siano sempre più interessate dalla presenza di persone che decidono di spostarsi e di vivere in campagna, dedicandosi anche ad attività agricole.

Questo interesse per le attività agricole da parte di "non addetti ai lavori" sta assumendo oggi particolare rilevanza, in un momento in cui la crisi economica porta molte persone a riscoprire le bontà e la convenienza dei prodotti del proprio orto e frutteto. Ed è proprio in considerazione di tale tendenza che ci si accorge del fatto che nelle campagne si sta sempre più diffondendo una figura particolare, che potremmo definire hobby farmer o agricoltore amatoriale, che si caratterizza per il possesso di un terreno agricolo coltivato nel tempo libero.

Attenzione però a non confondere questa "nuova figura" con quella dell'agricoltore non professionale. L'hobby farmer, così come emerge dalle risposte di un campione di quattro mila intervistati, riguarda principalmente soggetti non riconducibili ad un impiego lavorativo ufficiale di carattere  agricolo, ma impegnati a tempo pieno in altri settori economici o da pensionati.

A riprova di questa "estraneità" dal settore agricolo professionale, si pensi che oltre il 90% di chi è stato intervistato non è mai stato contattato dall'Istat in merito al censimento generale sull'agricoltura. 

Ed è proprio dal confronto con i vari censimenti agricoli, e dai relativi risultati, che si è partiti per comprendere il contesto di riferimento di tale fenomeno.

La compagine degli hobby farmer è molto variegata: impiegati, liberi professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici, operai, pensionati. Tutti sono accomunati dalla passione di coltivare e praticare l'attività agricola, al fine di ottenere prodotti per l'autoconsumo familiare o da regalare agli amici, ma anche per stare all'aria aperta, per risparmiare nell'acquisto di derrate alimentari o consumare prodotti più sani e genuini. Le coltivazioni più praticate riguardano ortaggi, frutta, vite e olivo e, molto spesso, sono accompagnate da processi di trasformazione (confetture e marmellate, conserve, vino, olio), ovviamente su piccola scala, e in qualche caso anche da piccoli allevamenti.

Le dimensioni medie dei terreni coltivati non sono marginali e si aggirano su circa 1,3 ettari (spesso comprendenti anche parti a bosco). 

In buona sostanza, dalla ricerca emerge che in Italia esiste una parte di territorio agricolo, rurale e forestale che non è in capo ad agricoltori e che viene gestito secondo criteri non funzionali all'attività produttiva e mercantile (all'hobby farmer non interessa ottenere reddito dal terreno) ma secondo logiche rivolte soprattutto al mantenimento ambientale e paesaggistico e più in generale della tutela territoriale. 

I principali risultati della ricerca saranno presentati a Verona il 5 febbraio 2010, in occasione della prossima Fieragricola (sala Puccini, ore 10:00).