La giunta e l'assemblea di Confagricoltura confermano la mobilitazione nazionale per regioni, che ha lo scopo di sottolineare alle istituzioni le istanze drammaticamente urgenti dell'agricoltura italiana, la cui situazione, a livello di competitività e reddito, pare ormai prossima al punto di non ritorno.
L'assemblea straordinaria di oggi ha approfondito i problemi più gravi dei vari comparti produttivi agricoli investiti dalla crisi economica ed ha deciso con i quadri dirigenti confederali un programma di mobilitazione sul territorio per fare opera di sensibilizzazione in vista dell'approvazione della prossima Finanziaria, in cui non sono previste risorse sotto forma di incentivi per il settore primario, come è invece avvenuto per industria e commercio.
'La nostra volontà', ha detto il presidente, Federico Vecchioni, 'è quella di una mobilitazione aperta a tutti coloro che giudicano l'agricoltura un patrimonio economico e culturale importante, che va salvaguardato. Per questo contiamo di coinvolgere, regione per regione, anche i parlamentari eletti nei collegi delle varie aree'.
A proposito della Legge Finanziaria Vecchioni ha poi aggiunto: 'Si sta parlando nel Paese di una politica che salvaguardi la coesione sociale rilanciando l'occupazione, ma in questo progetto l'agricoltura non è contemplata, quasi le campagne non siano considerate aree importanti per mantenere questa coesione. Le risorse drenate per il mondo del lavoro riguardano quasi unicamente la cassa integrazione, ma, ad oggi, degli 8 miliardi rastrellati per destinare a questo ammortizzatore sociale ne sono stati utilizzati circa 1,5. Ragionevolmente bisogna sbloccare una parte del residuo per sostenere l'occupazione agricola, attraverso la stabilizzazione delle fiscalizzazioni nelle aree svantaggiate e montane. Questo appare possibile, considerando che, con il trend attuale, nel biennio si può stimare per la Cig un impiego superiore ai 4 miliardi di euro'.
'L'agricoltura', ha concluso Vecchioni, 'in termini di coesione sociale non è meno importante dell'industria o dei servizi, ed è opportuno intervenire, prima che le tensioni di chi lavora in questo contesto diventino difficilmente riconducibili al richiamo del buon senso'.