'L’agricoltura italiana continua a vedere grigio e si prospetta di nuovo il rischio recessione. Anche se non siamo in presenza di un crollo, come avvenuto per l’industria, il valore aggiunto del settore registra, nel secondo trimestre di quest’anno, una preoccupante battuta d’arresto, con un meno 3,5% in termini tendenziali. Un segno negativo che rappresenta un ulteriore campanello d’allarme che mette in evidenza tutte le difficoltà e i problemi che oggi sono costretti ad affrontare i produttori agricoli del nostro Paese, sempre più stretti dai costi produttivi, dai gravosi oneri contributi, da prezzi in forte discesa e dalla mancanza di una politica realmente efficace e concreta'.
Lo sottolinea il presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) Giuseppe Politi in merito ai dati dell’Istat sul Prodotto interno lordo (Pil) nei primi sei mesi del 2009, che evidenzia ancora un calo del 6%.
'Praticamente, il trend dell’agricoltura', aggiunge Politi, 'è in linea con il rallentamento generalizzato e pesante dell’economia nazionale, anche se con cifre meno appariscenti rispetto a quelle degli altri settori. Questo, però, non significa che la situazione non sia grave. Tutt’altro. I problemi del mondo agricolo, come più volte denunciato, rischiano di diventare drammatici se non si interviene in maniera realmente efficace e tempestiva'.
'Gli agricoltori vivono, del resto, una crisi strutturale e una competitività in costante frenata. Per tale motivo', rimarca il presidente della Cia, 'c’è l’esigenza di promuovere azioni condivise per un nuovo progetto che passa inevitabilmente per la Conferenza nazionale sull’agricoltura che va svolta in tempi rapidi'.