Nel 2009 il Pil cadrà di 5 punti percentuali e si attendono sia una riduzione dei consumi che un crollo della domanda estera.
I dati ufficiali del primo trimestre 2009, divulgati dall’Istat, confermano queste previsioni annuali: sul fronte interno, la spesa delle famiglie è calata del 2,6%, gli investimenti sono crollati del 12,6% (in particolare, sono diminuiti del 14,6% gli investimenti in macchinari e attrezzature, del 29,8% quelli in mezzi di trasporto e del 7,9 quelli in costruzioni) e il Pil ha subito una diminuzione tendenziale del 6%. Nel primo trimestre, sono sprofondate anche le esportazioni (-21,7% rispetto al primo trimestre 2008).
'Il quadro tratteggiato', commenta il presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni, 'è a dir poco preoccupante, tale da richiedere un sostegno deciso dell’economia del nostro paese con tutti gli strumenti a disposizione, senza accontentarsi dei piccoli segnali incoraggianti dell’ultimo periodo'.
 
Nel primo trimestre 2009 solo l’agricoltura è riuscita a tenere (il valore aggiunto è cresciuto lievemente, +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2008). Questa è una conferma del buon risultato già segnalato per il 2008: la ricchezza prodotta dal settore è quantificabile in +2,4% rispetto al 2007, in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata negli altri settori produttivi (-4,6% nel settore manifatturiero, -1,2% nelle costruzioni, -0,6% nei servizi).
'Tale risultato', prosegue Bruni, 'è il frutto di tanti fattori. Innanzitutto l’agricoltura ha saputo tenersi lontana dai 'giochi' finanziari che hanno travolto, dall’estate 2008, prima l’economia americana riverberandosi poi su quella europea. Non va dimenticato però che l’agricoltura è un settore classicamente in controtendenza, che tende a risentire con maggiore ritardo della modificazione del quadro economico generale',
'Di fronte a questo quadro', prosegue Bruni, 'è bene ricordare che è proprio nei periodi di crisi che occorre trovare strumenti, risorse, occasioni per completare più rapidamente la ristrutturazione di cui necessita il settore. Questo percorso può essere intrapreso attraverso una capacità di investimento delle imprese, supportata da un efficace accesso al credito. Il nodo cruciale per mantenere e rafforzare i seppur lievi risultati di crescita del primo trimestre 2009', conclude Bruni, 'sta nel dare innanzitutto spazio alle esigenze di credito del settore per offrire opportunità di crescita a tutte le aziende agricole. Serve così una politica di sostegno che favorisca la produttività e non il disinvestimento'.