Duecentoventi milioni di euro. A tanto ammonta l’onere a carico delle imprese agricole del Mezzogiorno derivante dalla mancata proroga delle agevolazioni contributive per le aree montane e svantaggiate, in scadenza il prossimo 31 marzo.
 
'La questione', ha detto il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, intervenendo a Napoli al convegno 'Un’agricoltura competitiva per il rilancio del Mezzogiorno', 'richiede interventi immediati anche perché, al di là dell’iniziativa parlamentare isolata, è mancata sinora la giusta attenzione politica al problema ed ai suoi effetti concreti sulla redditività e sulla tenuta competitiva delle imprese'.
 
Confagricoltura ha calcolato i possibili effetti della mancata proroga dell’agevolazione contributiva e ne è emerso che:
 
 
  • le giornate dichiarate in zone svantaggiate e montane sono circa l’80% del totale (51% zone svantaggiate e 28% zone montane): 85 milioni di giornate su un totale di poco più di 100 milioni. Una cifra che da sola dà il metro dell’importanza della questione;
  • nel Mezzogiorno praticamente quasi tutte le giornate di lavoro sono dichiarate in zona montana o svantaggiata;
  • il venir meno dell’agevolazione determina un maggior costo di 0,91 euro/giornata per le zone montane e di 4,51 euro/giornata per le zone svantaggiate;
  • l’incremento degli oneri per il sistema agricolo derivante dalla mancata proroga della legge 81/2006 è di 275 milioni di euro per anno, di cui 219 milioni a carico del Mezzogiorno, 36,5 milioni di euro per le Regioni del Centro Italia e di 20 milioni circa per le Regioni settentrionali.
'Cifre già notevolissime', ha detto il presidente Vecchioni, 'ma che sono ampiamente sottostimate rispetto al reale impatto sulle imprese agricole, che in questo momento stanno vivendo le conseguenze della crisi generalizzata dell’economia italiana, senza peraltro ricevere le stesse attenzioni che il Governo presta ad altri settori'.