La prossima campagna pomodoro è a rischio. Lo sottolinea Confagricoltura che sta analizzando le stime degli investimenti per il prossimo anno, che prevedono aumenti di superfici a pomodoro del 30- 40%.
'Se ciò dovesse realmente avvenire', avverte Confagricoltura, 'il settore correrebbe il rischio di sprofondare in una crisi irreversibile'. L’incremento delle superfici,  ad avviso dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, è dovuto da una parte alla crisi dei cereali, che invoglierebbe le aziende ad investire in colture più redditizie; dall’altra a 'pseudo-promesse' di aumento dei prezzi della materia prima da parte delle industrie conserviere.
Confagricoltura mette in guardia i produttori su 'promesse' avanzate che, al momento, non hanno un fondamento economico poiché il prezzo della materia prima per la campagna 2009 non è definibile.
Il rischio è di un eccesso di superfici investite, con il conseguente surplus produttivo. Confagricoltura ricorda che c’è stato già un precedente nel 2004. All’epoca furono messi a coltura 90.000 ettari di pomodoro contro i 65 mila mediamente coltivati negli anni precedenti e ne furono raccolti 64,5 milioni di quintali.
L’aumento della quantità prodotta, non assorbibile dal mercato, fece crollare i prezzi della materia prima fino al punto da non riuscire a coprire i costi di produzione. Alcune imprese furono costrette a cessare l’attività. La filiera, ammonisce l’Organizzazione professionale, oggi deve dimostrare maggiore maturità e deve iniziare una seria programmazione delle superfici per il 2009. La soglia da non superare, in termini quantitativi, resta quella dei 46 milioni di quintali.
'Programmare', rimarca Confagricoltura, 'è un dovere di tutte le componenti della filiera, per valorizzare il settore del pomodoro da industria, uno dei vanti del made in Italy, che vale oltre 2 miliardi di euro all’anno'.