L'Italia è il primo produttore di ortofrutta almondo, secondo solo alla Cina, con una produzione di 24,6 milioni di tonnellate nel 2007 (9,3 di frutta e 15,3 di ortaggi), mai consumi interni da anni non superano gli otto o nove milioni di tonnellate. "Se non riusciamo a consumare neanche un terzo di ciò che produciamo, e dai primi dati sui consumi del 2008 emerge un ulteriore calo, evidente come il nostro paese sia drammaticamente condannato alla esportazione". Questa l'analisi del presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni, in occasione della presentazione di Macfrut 2009, la rassegna di Cesena dedicata all'ortofrutta.
 
Secondo i dati forniti dall'Osservatorio dei Consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane, attivato da Macfrut e curato da GFK-IHA, le famiglie italiane nel periodo gennaio-agosto hanno consumato in totale 5.583.000 tonnellate di ortofrutta fresca contro i 5.634.000 del 2007. Più sensibile il calo dei consumi della verdura (da 2.941.000 a 2.909.000 tonnellate, pari al -1,1%) rispetto a quello della frutta, il cui consumo è passato da 2.693.000 tonnellate a 2.674.00 (- 0,7%). In crescita invece risulta il consumo di ortaggi surgelati (da 146.663 a 152.290 tonnellate, con un incremento del + 3,8%).
Segnali positivi vengono dall'export, in lieve crescita nei primi 6 mesi dell'anno a conferma della ripresa dello scorso anno scorso (+9% rispetto all'anno precedente). Da luglio 2007 a gennaio 2008 sono state esportate 2.063 499 tonnellate di ortofrutta: in crescita i mercati dell'Est europeo (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca), in aumento gli scambi con la Russia, il Nord America e i mercati orientali.
"Lo slancio dell'export viene tuttavia frenato - ha spiegato Bruni - da alcuni liimiti strutturali quali il costo dell'energia, le infrastrutture e la logistica". A tal riguardo Bruni ha evidenziato come negli ultimi 15 anni il numero di veicoli merci sulle strade sia cresciuto in Italia del +61,8%, mentre in Francia è calato del 18,1% e in Spagna addirittura del 22,3%.