Al pari di quanto è stato fatto in Spagna anche l'Italia deve immediatamente bloccare la vendita dell'olio di semi di girasole contaminato proveniente dall'Ucraina che secondo un portavoce del governo spagnolo è sbarcato nel porto di Rotterdam e spedito anche in Francia, Olanda ed Italia. E' la Coldiretti a lanciare l'allarme su un carico di olio di girasoli contaminato con idrocarburi di oli minerali che ha indotto le Autorità spagnole ad invitare la popolazione a non consumare olio di girasole.
'L'Italia ha importato nel 2007 oltre 100 milioni di chili di olio di girasole dall'Ucraina per un valore di 70 milioni di euro, in aumento del 25% rispetto all'anno precedente, ed è quindi', sottolinea la Coldiretti, 'particolarmente sensibile agli effetti sulla salute della popolazione. La contaminazione sembra essere avvenuta in modo accidentale attraverso il passaggio dell'olio di semi in serbatoi dove era precedentemente depositato olio minerale. Di fronte alla situazione di incertezza occorre',  secondo la Coldiretti, 'attivare nell'immediato tutte le procedure per l'identificazione del prodotto eventualmente contaminato per provvedere tempestivamente al suo immediato ritiro dal mercato anche con adeguate informazioni sulle ditte coinvolte. Ma è anche necessario intervenire sulla legislazione comunitaria per estendere a tutti i prodotti alimentari l'obbligo di indicare sull'etichetta la provenienza della materia prima agricola impiegata per consentire scente consapevoli ai consumatori ma anche la piena rintracciabilità ed il ritiro immediato dei prodotti a rischio. Un obiettivo verso il quale l'Italia, leader europeo, ha la responsabilità di spingere l'Europa grazie alle scelte di avanguardia fatte con la legge 204 del 2004 ottenuta grazie alla raccolta di un milioni di firme da parte della Coldiretti a sostegno di una iniziativa di legge popolare per l’etichettatura di origine obbligatoria'. La Coldiretti intende continuare a mobilitarsi con una azione di pressing a livello nazionale e comunitario che ha già portato in Italia all'obbligo di indicare l'origine in etichetta per l'extravergine, la passata di pomodoro, la carne di pollo e il latte fresco, che si aggiunge a quello in vigore nella Ue per carne bovina, uova, miele e ortofrutta fresca.
'Molto resta tuttavia ancora da fare con più della metà dei soldi spesi dai consumatori italiani per l'acquisto degli alimenti destinati', conclude la Coldiretti, 'a prodotti per i quali è possibile conoscere la provenienza: dai salumi ai formaggi, dalla carne di maiale a quella di coniglio, dalle conserve vegetali ai succhi di frutta, ma anche per il latte a lunga conservazione e l'olio di semi'.