'Le imprese agricole fanno sempre più ricorso alle banche, ma gli strumenti creditizi sono ancora inadeguati alla ‘nuova’ agricoltura'. Lo ha detto il presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni al Convegno su 'Finanza e sostegno dello sviluppo rurale', alla Cassa di Risparmio di Cento. Il presidente Vecchioni ha ricordato che nel corso degli ultimi anni la dinamica dei prestiti bancari alle imprese ha registrato un andamento in crescita.
A settembre 2007, gli impieghi di credito per l'agricoltura avevano superato i 35 miliardi di euro, con un trend in aumento del 6,4% rispetto al medesimo periodo del 2006. E si registra un più equilibrato rapporto fra gli impieghi a breve e quelli a medio e lungo termine, con un miglioramento a favore di quest'ultimi. 'Ciò significa', ha detto il presidente di Confagricoltura, 'che c'è un’agricoltura che si rivolge alle banche soprattutto per investire. Questo riguarda sicuramente le imprese più strutturate, che operano nel mercato, di settori dove vi è una maggiore aspettativa di crescita di valore aggiunto. Nel momento in cui l'attività agricola assume connotati più imprenditoriali, lo strumento creditizio diventa ancora più importante'. Il presidente di Confagricoltura ha sottolineato i profondi cambiamenti strutturali riguardanti le aziende agricole italiane, soprattutto legati a quelle appartenenti a classi con  fatturati economici importanti (il 27% su un totale di 1.800.000), che rappresentano il 66% della produzione ed il 71% del valore aggiunto, con una occupazione del 90% del lavoro dipendente. In questo numero di imprese si identifica un'agricoltura con elevate specializzazioni produttive, che garantisce competitività e sviluppo alle produzioni tipiche nazionali e che occorre tutelare con interventi mirati. 'Finora', ha detto il presidente di Confagricoltura, 'le banche ed in genere il sistema finanziario hanno avuto nei confronti dell'agricoltura un approccio tiepido, che si è limitato all'utilizzo di strumenti tradizionali. Invece è necessaria un'evoluzione culturale del mondo finanziario, per adeguare strumenti e servizi alle peculiarità di una agricoltura italiana che è cambiata'. Attività e strumenti finanziari, come il corporate finance, fondi di investimento, mercati dei futures, venture capital, devono, a parere dell'Organizzazione agricola, entrare in agricoltura.