Il prezzo del grano dopo aver raggiunto il massimo storico inverte la rotta e crolla in un giorno del 7% (oltre 2 centesimi) per raggiungere il valore inferiore a 0,29 euro al chilo al Chicago Board of Trade,l punto di riferimento del commercio internazionale delle materie prime agricole. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il prezzo fissato per bushel (pari a 27,2 chili) è stato di 11,65 dollari alla chiusura per i future con consegna a maggio. Il ribasso delle quotazioni internazionali del grano avviene nel giorno in cui l’Istat ha divulgato i dati sui prezzi al consumo di febbraio che evidenziano un aumento record del 12,5% per la pasta e del 14,4% per il pane. L’andamento altalenante alla borsa di Chicago è la conferma di comportamenti speculativi sui mercati internazionali che si sono spostati dai mercati finanziari in difficoltà a quelli delle materie prime agricole di cui non beneficiano gli agricoltori italiani. Una tendenza che va affrontata con la programmazione di filiera, alla quale l'agricoltura italiana può rispondere positivamente grazie alla flessibilità introdotta con la riforma della Pac ma anche con un'inversione di rotta da parte dell’industria alimentare che ha fino ad ora privilegiato agli acquisti al ribasso sui mercati internazionali. Il prezzo di pane e pasta al consumo dipende solo in minima parte dal prezzo del grano, che incide per il 10% sul valore finale di vendita. Lo dimostra il fatto che mentre il prezzo del grano è fissato a livello internazionale dal Chicago Board of Trade ed è sempre lo stesso nelle diverse città, il prezzo medio del pane raddoppia tra Napoli (1,89 euro/chilo) e Milano (3,55 euro/chilo) mostrando un forte variabilità nelle diverse città con valori che variano tra i 3,43 euro al chilo a Bologna, 2,53 euro al chilo a Palermo e 2,24 a Roma.