“Una politica per le commodities, che riporti l’agricoltura al centro delle politiche economiche del nostro Paese, e restituisca agli imprenditori agricoltori agricoli fiducia e convenienza a produrre materie prime alimentari.” E’ quanto chiede il presidente della Confagricoltura, Federico Vecchioni, di fronte ai prezzi record del grano toccati raggiunti a livello mondiale. “Non possiamo pensare di disattivare gli strumenti della Pac e poi reagire in maniera così scomposta al primo squilibrio di mercato – ha detto Vecchioni -. Dobbiamo invitare Bruxelles a varare misure per favorire l’autoapprovvigionamento, la garanzia del reddito dei produttori e contenere i prezzi per i consumatori”. “L’Italia - ha continuato - può e deve ricominciare a fare commodities, senza nulla togliere ai prodotti a denominazione, alle nicchie e all’altissima qualità, che continueranno ad avere il loro spazio di mercato". L’Organizzazione degli imprenditori agricoli chiede quindi interventi strategici e di lungo respiro, non ipotesi estemporanee e velleitarie. Anche per far fronte ai rincari dei prodotti alimentari, nell’interesse di tutti. Confagricoltura spiega i recenti record soprattutto con la maggiore domanda internazionale, dei Paesi in crescita: Cina e India, che hanno aumentato la domanda sul mercato mondiale. L’incremento della domanda ha innescato rialzi dei prezzi, ma anche la tendenza dei Paesi esportatori ad aumentare le vendite di grano verso altri Paesi. Ne deriva il rischio di non poter soddisfare il fabbisogno interno. Confagricoltura è dell’avviso che gli aumenti dei prezzi al consumo dipendano solo in parte dai rincari delle materie prime agricole e che si debba intervenire sui costi che gravano sull’intera filiera agroalimentare italiana, alleggerendoli. “Peraltro – ha aggiunto Vecchioni - l’incidenza delle materie prime sul prezzo finale del prodotto è molto contenuta. E aumenti, anche significativi, dei prezzi delle materie prime, non possono giustificare rialzi notevoli, anche a due cifre”.