Dare più spazio sugli scaffali della grande distribuzione ai prodotti locali e di stagione non solo consente di risparmiare, ma di contenere i costi energetici e dei carburanti per i prodotti importati da lunghe distanze. E' quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alle dichiarazioni di Federdistribuzione, nel sottolineare che i prezzi hanno raggiunto livelli record se gli alimenti devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole. Secondo una stima Coldiretti, consumando prodotti locali e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può risparmiare fino a al 20% nella spesa ed evitare la liberazione di circa 1000 kg di anidride carbonica (CO2) l'anno. Privilegiando l'acquisto di prodotti di stagione ai minori costi si aggiunge la possibilità di ridurre la produzione di rifiuti con gli imballaggi, di contenere il consumo di energia e di limitare la dispersione nell'atmosfera gas ad effetto serra. C'è un numero crescente di consumatori su scala mondiale che vuole acquistare prodotti freschi, naturali, del territorio, che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti e subire i lunghi tempi di trasporto prima di giungere sulle tavole. Per raggiungere questo obiettivo l'Italia dispone peraltro di un importante riferimento normativo rappresentato dalla legge 231 dell'11 novembre 2005 che contiene una norma fortemente sostenuta dalla Coldiretti per favorire la presenza di prodotti agricoli regionali nella moderna distribuzione, attraverso accordi di filiera. La disposizione stabilisce che nelle grandi strutture di vendita e nei centri commerciali siano posti in vendita prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio delle regioni interessate in una congrua percentuale, da definire sulla base di intese di filiera, rispetto alla produzione agricola annualmente acquistata. Una opportunità rimasta inapplicata mentre in Europa esistono diversi esempi di valorizzazione delle produzioni del territorio.