A gonfiare i prezzi degli alimenti sono anche il racket, il pizzo e gli altri fenomeni malavitosi a danno delle campagne italiane un giro di affari di 7,5 miliardi di euro, secondo il rapporto della direzione nazionale antimafia (Dna). E’ quanto denuncia la Coldiretti sul moltiplicarsi in agricoltura di furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, del cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell'Unione europea e caporalato. La criminalità, italiana e straniera, controlla la manodopera, specie in nero, offerta soprattutto da immigrati, con rilevanti ripercussioni sotto il profilo del rispetto dei diritti umani e della salute. A questi fenomeni si aggiungono quelli legati allo smaltimento illecito dei rifiuti, all’importazione illegale di alimenti a rischio e al mancato rispetto di norme igienico sanitarie. Tra i fenomeni in crescita si registrano il ritorno dell’abigeato con il furto di circa 100mila animali da allevamento all’anno, quello dell’usura aggravato dall’andamento sfavorevole del settore in alcune aree, gli atti di vandalismo collegati ad estorsioni, mentre ha raggiunto dimensioni allarmanti la sottrazione di trattori e delle altre attrezzature agricole. Preoccupano anche - continua la Coldiretti - le intromissioni nel sistema di distribuzione e trasporto dei prodotti, soprattutto ortofrutticoli, che danneggiano gli operatori sotto il profilo del corrispettivo pagato agli imprenditori agricoli e aumentano in modo anomalo i prezzi al consumo.