“L’ennesimo atto di disimpegno dell’industria saccarifera nazionale dopo la chiusura di 13 stabilimenti nel 2006 e dell’impianto di Pontelagoscuro in Emilia Romagna, già annunciata per il 2008”. E’ questo il commento amaro di Confagricoltura alla decisione di chiudere lo zuccherificio di Jesi, l’ultimo rimasto nell’Italia centrale. “E’ inconcepibile - sostiene Confagricoltura - che la chiusura sia stata decisa dopo aver stipulato contratti di coltivazione per 10.000 ettari di barbabietole, e a pochi giorni dalle semine, e che Eridania Sadam si “tiri fuori” asserendo che la produzione di zucchero sarebbe insufficiente e il margine di profitto troppo basso per effetto della riduzione del prezzo garantito; la progressiva discesa del prezzo comunitario dello zucchero era nota dal 2006”. Per Confagricoltura occorre un forte impegno delle istituzioni nazionali e regionali perché i bieticoltori, in aggiunta agli aiuti previsti dal fondo di ristrutturazione Ue, siano indennizzati da Eridania Sadam per le spese già sostenute di lavorazione e preparazione dei terreni che dovevano essere seminati. “Ci auguriamo - ha dichiarato il presidente Vecchioni - che la chiusura dello zuccherificio sia veramente l’ultimo atto di un processo di ristrutturazione che i bieticoltori italiani hanno costantemente subìto”.