Con il 17 gennaio 2008 entra in vigore lo storico decreto salva olio di oliva italiano per garantire la provenienza nazionale dell'extravergine in commercio e impedire di “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine. Lo rende noto la Coldiretti che ha fortemente sostenuto con la mobilitazione il provvedimento, nel sottolineare che è scaduto il termine di 90 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale N.243 del 18 ottobre del Decreto recante “Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell’etichetta dell’olio vergine ed extravergine” previsto per l’entrata in vigore. Occorre attivare i controlli negli stabilimenti per assicurare che tutti gli oli etichettati rispettino le condizioni fissate dal Decreto che prevede che sulle confezioni di vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l'olio, mentre se le olive sono state prodotte in più Paesi andranno tutti indicati in ordine di quantità decrescente, con multe fino a 9.500 euro per i trasgressori. Fino ad ora quasi Ia metà dell'olio “italiano” venduto sul territorio nazionale - spiega la Coldiretti - è spremuto da olive di cui non si conosce la provenienza che, grazie al provvedimento, dovrà essere indicata in etichetta per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli.