L’Italia ha perso un’altra battaglia a Bruxelles con una grave sconfitta per il settore vitivinicolo nazionale a vantaggio dei produttori del Nord Europa che potranno continuare a utilizzare lo zucchero e addirittura chiamare vino anche il fermentato ottenuto dalla frutta. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare il compromesso raggiunto a Bruxelles dal Consiglio dei ministri agricoli sulla riforma di mercato del vino. "Ancora una volta non siamo stati in grado di far pesare la nostra leadership mettendo a rischio lo sviluppo futuro di un settore che - ha precisato Marini - rappresenta oggi la principale voce dell’export agroalimentare nazionale ed è il biglietto da visita del made in Italy nel mondo. L’accordo è peggiorativo per l’Italia rispetto alla proposta presentata dalla stessa Commissione Fischer Boel a luglio, nonostante il ruolo primario del nostro Paese nella produzione di vino in Europa. Un risultato amaro che rischia di vanificare i successi ottenuti. Nel 2007 la produzione nazionale di vino è stata di poco superiore ai 40 milioni di ettolitri con le esportazioni che nel mondo hanno fatto segnare un aumento del 12%. La crescita del vino italiano all'estero riguarda tutti i diversi continenti con incrementi del 6% negli Stati Uniti e del 14% nell'Ue che rappresentano i principali clienti.