Per Confagricoltura il “caro tir”, gli aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli dovuti allo sciopero degli autotrasportatori, sarà inevitabile. “Ma le aziende agricole – sottolinea l’Organizzazione – stanno facendo ogni sforzo per calmierarli e mantenerli nei  limiti fisiologici. Attenzione però il “caro prezzi” non è e non deve essere una “stangata”. I consumatori stiano attenti alle speculazioni e denuncino ogni tentativo in tal senso che danneggia tutta la filiera agroalimentare”. Intanto  il settore agricolo sta contando i danni. Che sono di milioni di euro per le perdite di merci agricole che, per loro natura sono deperibili;  per le consegne non effettuate; per il mancato rispetto dei contratti di vendita; per il fermo produttivo e gli oneri che si sono dovuti comunque sostenere per attività che non possono essere bloccate (gli allevamenti in primis); per il mancato approvvigionamento di mezzi tecnici necessari alla produzione (foraggi, mangimi, ma non solo). La battuta d’arresto è arrivata a ridosso del Natale, uno dei periodi più attesi, sotto il profilo commerciale, anche dai produttori agricoli. Danni che, chi più chi meno, hanno interessato gli imprenditori di tutti i settori agricoli. Anche quelli del settore vitivinicolo, specie per quelli che producono spumante. I mancati ritiri di questi giorni mettono in discussione le consegne in Italia e all’estero delle nostre bollicine per i brindisi di Natale e di fine anno, con il rischio che alcuni ordini possano venire disdettati per mancato rispetto dei tempi.