Le ultime stime della Fao attestano la produzione cerealicola mondiale del 2007 a 2 miliardi e 101 milioni di tonnellate, con il grosso dell’aumento registrato nei cereali secondari, specialmente mais negli Usa. Il dato rappresenta una revisione al ribasso rispetto alle previsioni fatte dall’agenzia nel mese di novembre, ma indica ancora un livello di produzione record, superiore del 4.6 per cento rispetto all’anno scorso. Ciononostante i prezzi internazionali dei cereali sono rimasti alti e volatili nel mese di novembre, conseguenza della domanda sostenuta - stimolata in particolare dalla produzione di biocarburanti - del minimo storico toccato dalle scorte e della crescita insufficiente della produzione, principalmente grano, nei paesi esportatori, secondo l’ultimo rapporto "Fao Crop Prospect and Food Situation" (Le prospettive dei raccolti e la situazione alimentare). L’aumento dei prezzi internazionali si è tradotto in molti Paesi in un rincaro dei prezzi al dettaglio degli alimenti di base. I più colpiti dall’inflazione alimentare sono quei Paesi in via di sviluppo che dipendono pesantemente dalle importazioni per il proprio fabbisogno cerealicolo nazionale. Saranno i settori di popolazione a reddito basso a risentirne di più, considerato che il loro apporto energetico quotidiano dipende maggiormente dai farinacei e rappresenta una fetta rilevante del totale delle loro spese, fa notare il rapporto.