Confagricoltura e i suoi associati esprimono preoccupazione per la progressiva involuzione che sta vivendo il Paese, determinata da un clima politico intossicato, da uno scadimento del vivere civile, da un’intensificarsi delle tensioni sociali che si frappongono allo sviluppo e che rendono l'economia sempre meno competitiva di quelle degli altri Paesi occidentali. “Corriamo i pericoli di un inesorabile declino economico – ha detto il presidente Federico Vecchioni nel corso della conferenza stampa dopo l’Assemblea che ha confermato il suo incarico per i prossimo triennio - di una decadenza morale, civile e sociale, di una progressiva marginalizzazione internazionale. Pericoli messi in evidenza, ma resi ancora più gravi dall’ondata di anti-politica” che dovrebbero indurre la classe dirigente del Paese a porre mano a tutte quelle scelte necessarie ad invertire la rotta e dare una nuova prospettiva di crescita all’Italia, alle sue imprese, ai suoi lavoratori, ai suoi giovani”. "Nel nostro settore, il governo scelga strategicamente di ridare priorità alla produzione agricola – ha detto il presidente - che è la base di quella multifunzionalità a cui in questi anni ci si è richiamati più nelle parole che nei fatti”. “L’Ue – ha detto Vecchioni - deve sforzarsi di esaltare le politiche agricole nazionali e non di omologarle, altrimenti sarà più debole. Per questo ci aspettiamo che il Governo italiano lavori perchè a Bruxelles non  vinca il più forte, anche in tema di risorse, e che si impegni sulle prospettive finanziarie e valuti con attenzione ogni scelta alternativa”.