Per combattere le frodi che si rincorrono nel settore alimentare occorre attuare l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli per consentire con la rintracciabilità i controlli e dare la possibilità ai consumatori di fare acquisti consapevoli. E' quanto chiede la Coldiretti nel commentare il sequestro a Cerignola di circa 6.000 litri di olio di semi sofisticato, etichettato come extravergine di oliva, da parte dei carabinieri del nucleo di Bari dei Nas che hanno scoperto un laboratorio clandestino utilizzato per il confezionamento di olio sofisticato. Si tratta solo dell' ultimo caso di contraffazione reso possibile dalla maglie larghe di una normativa che lascia spazio alla possibilità di "spacciare" come made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine. Nel 2007 si è verificato un aumento del 30% delle importazioni di olio di oliva dall'estero secondo i dati Istat relativi al primo trimestre. Sugli scaffali dei supermercati - conclude la Coldiretti - è straniero l'olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è ancora obbligatorio indicare l'origine delle olive.