Confagricoltura ha deciso di non aderire allo “sciopero della pasta” in programma oggi e promosso da alcune associazioni. “Abbiamo le nostre ragioni e crediamo che siano condivisibili anche dagli stessi consumatori. Non a caso – ha commentato il presidente Vecchioni – constatiamo che non tutte le associazioni del comparto aderiranno a questa iniziativa”.
"In primo luogo, riteniamo che simili iniziative, per quanto legittime, siano poco utili, – ha proseguito il presidente di Confagricoltura - e addirittura controproducenti. Non si risolvono in piazza problemi che non sono da piazza. Il rischio è di diffondere un allarmismo, magari ingiustificato, che finisce per deprimere i consumi o, peggio, per innescare un’inflazione artificiosa anche dove magari non si sarebbe dovuta registrare". “Senza contare che non è ancora chiaro, cifre alla mano, se effettivamente si siano registrati dei rincari al dettaglio, quali prodotti abbiano colpito ed in che misura. Dal confronto con il Governo ci attendiamo, sinceramente, cifre ufficiali a questo riguardo”. Al di là di questo, ribadisce Confagricoltura, resta il fatto che l’incidenza del costo della materia prima (rispettivamente frumento tenero e frumento duro) sul costo totale di produzione di pane e pasta è poco rilevante.