"L’Europa va verso un’agricoltura di qualità?". La risposta del direttore generale della Confagricoltura, Vito Bianco, è “Sì. Ma bisogna intendersi sul concetto di qualità". “Una linea di condotta.” Che deve portare a valorizzare sempre più agli occhi dei consumatori i prodotti agroalimentari e a migliorarne la capacità di penetrazione sui mercati. Così l’ha definita, nel corso del suo intervento alla Festa nazionale del Sole. “Certamente – ha detto Bianco - la politica agricola e il mercato unico dell’Ue stanno determinando, ormai da diversi anni, una tendenza verso produzioni agricole di qualità". La nuova impostazione della Pac e altre disposizioni comunitarie hanno creato i presupposti perché i prodotti agricoli comunitari abbiano requisiti qualitativi di base elevati rispetto alle esigenze di sicurezza e salubrità. E per sviluppare ed identificare prodotti di qualità superiore, riconosciuti ed apprezzati dai consumatori per le loro caratteristiche. “Occorre proseguire su questa strada  - ha continuato – tenendo ben presente che non esistono in astratto produzioni di qualità contrapposte e preferibili ad altre o da imporre a tutto il sistema”. E ha spiegato che esistono almeno tre diversi livelli di qualità. Gli standard minimi richiesti a tutti i prodotti, compresi quelli di importazione: requisiti ineludibili di igiene e salubrità. I requisiti obbligatori imposti dalla Unione europea. Le qualità aggiuntive, determinate dalle scelte dell’imprenditore.