La conoscenza della mappatura del genoma della vite rappresenta una grande opportunità se sarà utilizzata  per valorizzare le identità territoriali dei vitigni e per proteggerle dai tentativi di modificazione genetica che favoriscono l’omologazione e la localizzazione, che danneggiano produttori e consumatori. E’ quanto afferma Coldiretti che nel commentare i risultati della prima analisi del genoma della vite pubblicata sull'ultimo numero di Nature. I risultati della ricerca dovranno dare un importante contributo alla salvaguardia del legame con il territorio e delle specificità locali per difenderle dai rischio di contaminazioni da Ogm ma anche sostenere la lotta nei confronti delle frodi e delle sofisticazioni. Nell'Italia dei vini di qualità - precisa la Coldiretti - non c'è spazio per il biotech né nei vigneti, né in cantina, né sulle tavole dei cittadini. Occorre evitare di compromettere la scelta di un modello di sviluppo risultato vincente che ha fatto scuola per l'intero sistema agroalimentare e che fonda il suo successo sulla qualità, il legame con il territorio e la trasparenza nel rapporto con i consumatori. Un percorso di successo che - continua la Coldiretti - ha portato l'Italia a essere il primo esportatore mondiale di vino con un valore di 3,2 miliardi di euro che ha contribuito a portare il fatturato del settore a oltre 9 miliardi.