L’allarme lanciato dalle autorità cinesi sulla contaminazione delle acque e sull’inquinamento delle campagne rappresenta un rischio anche per l’Italia che ha aumentato del 78% le importazioni di prodotti agroalimentari dalla Cina nel primo trimestre del 2007. E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare le rivelazioni di Lu Ming, vice presidente della Commissione per gli Affari Rurali dell Assemblea nazionale del popolo, sul fatto che circa 322 milioni di cinesi bevono acqua contaminata con oltre nove miliardi di tonnellate di liquami rilasciate ogni anno che stanno provocando un forte inquinamento delle aree rurali. Il rischio sanitario per le coltivazioni riguarda anche l’Italia considerato che sono cresciute esponenzialmente le importazioni dalla Cina che riguardano aglio, mele, funghi in scatola ma soprattutto concentrato di pomodoro con arrivi in aumento del 150% nel primo trimestre e che rappresentano ormai quasi un terzo dell’intera produzione italiana. Un fiume di pomodoro che per l'assenza di una adeguata normativa può essere mischiato al prodotto nazionale e spacciato come made in Italy sul mercato interno ed estero. Per non rincorrere le emergenze e di fronte ai rischi per la salute è necessario - sostiene la Coldiretti - intervenire con la trasparenza dell'informazione per consentire la rintracciabilità delle produzioni. Per questo occorre applicare le norme contenute nella legge 204 del 2004, ottenuta grazie alla raccolta di un milione di firme da parte della Coldiretti, per rendere obbligatorio l'indicazione in etichetta dell'origine dei prodotti in vendita.