Temperature estive da record e venti caldi e secchi hanno trasformato alcune parti del Mediterraneo in una polveriera, con i vigili del fuoco che gareggiano contro il tempo per mettere sotto controllo le fiamme che minacciano persone e vegetazione per migliaia di ettari nell’Italia meridionale, in Grecia e in altre parti del Mediterraneo, ha dichiarato la Fao. Circa 50 mila incendi spazzano via ogni anno un milione di ettari di foreste mediterranee ed altre aree boschive. Nel Mediterraneo, gli incendi sono causati dall’uomo per circa il 95%. Incendi dolosi e negligenza - specialmente nello spegnere le sigarette - e l’uso disattento di barbecue e di fuochi nei campeggi, sono la causa di molti incendi. Ogni estate, nel Mediterraneo, circa 30 mila lavoratori vengono mobilitati per combattere gli incendi e il numero può lievitare fino a 50 mila, se si comprende la partecipazione delle forze armate negli anni particolarmente a rischio. Oltre all’aumento delle temperature, lo sviluppo socio-economico del Mediterraneo, con l’abbandono delle campagne in favore delle città, ha portato alla generale diminuzione delle attività di pascolo e di raccolta di legna da ardere e di foraggio, permettendo l’accumulo di residui forestali e di sottobosco altamente infiammabili. “La maggior parte dei paesi ha leggi per prevenire gli incendi o per controllare i periodi nei quali è possibile accendere fuochi. Molti hanno predisposto programmi o piani di prevenzione, ma pochi Paesi hanno la capacità di attuare queste prescrizioni legislative o la capacità amministrativa di eseguire i programmi”, osserva Jose-Antonio Prado, direttore della Divisione Risorse forestali della Fao.