“L’intesa tra Governo e sindacati in materia di pensioni ci preoccupa fortemente per i rilevanti costi che comporta, per la discutibile copertura e per l’impatto che avrà sul sistema previdenziale, sul mercato del lavoro e sullo stesso costo del lavoro”. Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, commenta l’abolizione dello ‘scalone’ rilevando il forte squilibrio tra costi e benefici che caratterizza il provvedimento varato dal Governo. “La rateizzazione dell’aumento dell’età pensionabile che, per assicurare migliori condizioni ad alcune decine di migliaia di lavoratori, penalizza il lavoro parasubordinato e quello autonomo colpendo le componenti più deboli del mercato del lavoro, può avere effetti negativi sul contrasto del sommerso e comunque incide negativamente sul sistema previdenziale e sui conti pubblici”. “Abbiamo forti dubbi - prosegue Vecchioni - circa la completa copertura dei mancati risparmi, soprattutto per le risorse che dovrebbero derivare dalla riorganizzazione degli enti previdenziali". “A fronte della necessità di adeguare il nostro sistema pensionistico agli standard europei, si arriverà in ritardo a risultati non molto dissimili da quelli assicurati dalla Riforma Maroni, percorrendo una strada tortuosa e molto costosa”. Preoccupa la volontà del Governo di procedere ad una revisione, in termini restrittivi, della legge Biagi, che ha inequivocabilmente dato un contributo decisivo al recupero di competitività del nostro sistema produttivo ed allo stesso sviluppo dell’occupazione.