Fermare il tentativo di modificare geneticamente prodotti base della dieta mediterranea come ulivi, vite, pomodoro, melanzana, fragola, ciliegio, agrumi e altri prodotti significa difendere l'immagine del made in Italy alimentare ed evitare danni economici stimabili in 6 miliardi di euro, con il calo di un terzo delle esportazioni alimentari. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini all’incontro della Coalizione ItaliaEuropa - Liberi da Ogm per promuove in tutto il Paese la prima Consultazione nazionale su Ogm e modello agroalimentare dal 15 settembre al 15 novembre 2007. Nel momento in cui il Governo spagnolo ha presentato la richiesta di far entrare la dieta mediterranea nella lista del patrimonio dell'umanità all'Unesco, in Italia con i protocolli per il biotech all’aperto si rischia di dare un duro colpo alle caratteristiche tradizionali dei prodotti base della cultura alimentare del Paese. Sulla base dei risultati della ricerca Inran sull'impatto degli Ogm sui consumatori esteri di alimenti made in Italy oltre la metà degli stranieri (55%) eviterebbe gli alimenti interessati e addirittura il 15% rifiuterebbe tutti i cibi nazionali. E le preoccupazioni relative ai consumi - ha proseguito il Presidente della Coldiretti - riguardano anche i cittadini nazionali: 3 italiani su 4 (74%) sono convinti che i prodotti contenenti Ogm non fanno bene alla salute.