Per ogni euro speso in pasta non più di 8 centesimi servono per pagare il grano prodotto dagli agricoltori con valori che scendono se si tratta di pasta fresca, a conferma di come sia strumentale imputare ai prodotti agricoli la responsabilità di aumenti così rilevanti al consumo. E' quanto afferma Coldiretti che, in riferimento agli incrementi dei listini decisi dalle  industrie alimentari, sottolinea che il costo del grano è lo stesso degli anni '80, a differenza di quanto avviene per i prodotti derivati. Nel momento in cui il prezzo del grano comincia ad avere un andamento appena sufficiente si ripetono - sottolinea la Coldiretti - ingiustificati allarmi a fini  speculativi: dal pane alla pasta ai dolci. Con un chilo di grano dal prezzo di circa 20 centesimi al kg si produce con la trasformazione in farina e con l'aggiunta di acqua, 1 chilo di pane che viene venduto ai cittadini a valori variabili da 2,5 euro al kg per il pane comune a 5 euro per i pani elaborati, con valori più alti per i dolci. Il rischio è che gli allarmi, oltre a frenare lo sviluppo di energie determinanti per combattere i cambiamenti climatici in atto, servano - sostiene la Coldiretti - a coprire la volontà di aumentare le importazioni dall'estero di prodotti da spacciare come made in Italy in assenza di un'informazione in etichetta.