Per combattere le frodi che si rincorrono nel settore alimentare occorre immediatamente, a partire dall’olio di oliva, recuperare i ritardi accumulati nell’attuazione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli, per consentire con la rintracciabilità i controlli e dare la possibilità ai consumatori di fare acquisti consapevoli. E’ quanto chiede Coldiretti nel commentare positivamente l’ennesima operazione che grazie al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari e all'Ispettorato controllo qualità ha portato a ritirare dal mercato quasi 2,3 milioni di chili di olio vergine ed extra vergine di oliva, proveniente da miscele fra oli nazionali ed esteri (Spagna, Grecia e Tunisia), al quale, un'azienda olearia di Andria ha, illecitamente, attribuito l'origine italiana e, in alcuni casi, falsamente dichiarato la produzione biologica. Nel complesso - riferisce la Coldiretti - risultano interessate all'operazione oltre 20 aziende olearie in Puglia, Molise, Campania, Lazio, Umbria, Toscana, Lombardia e Sardegna, con l'impiego di oltre 100 uomini tra militari della Guardia di Finanza e funzionari appartenenti all'Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualita' dei prodotti agro-alimentari. Dopo il vino, si tratta solo dell’ultimo caso di contraffazione. Nel 2007 si è verificato un aumento del 30% delle importazioni di olio di oliva dall’estero secondo i dati Istat relativi al primo trimestre.