Nel 2007 sono aumentate del 10,4 per cento le importazioni di frutta dall’estero che una volta giunta in Italia viene spesso spacciata come made in Italy. L'aumento si giustifica con la mancanza dei controlli previsti dalla legge che obbliga ad indicare, oltre al prezzo, la provenienza, la varietà e la qualità della frutta in vendita. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel primo trimestre del 2007. L'organizzazione agricola denuncia inoltre come, secondo una recente indagine, nei banchi di vendita tre etichette su quattro non sono in regola con l'indicazione obbligatoria della provenienza. "Sono praticamente scomparse dai banchi di frutta e verdura - sottolinea la Coldiretti - le etichette con l'indicazione dell'origine, della qualità e delle varietà in vendita, come previsto dal decreto legislativo 306/02 che definisce sanzioni nel caso in cui le etichette di frutta e verdura non riportino tutte le informazioni obbligatorie relative all'origine, alla categoria e alla varietà dei prodotti messi in commercio". "La mancanza delle etichette con l'indicazione dell'origine impedisce - continua la Coldiretti - di fare scelte consapevoli e di capire quali prodotti sono di stagione nel nostro Paese e quale è il momento migliore per acquistare le ciliegie o le pesche, che non sono presenti in Italia dodici mesi all'anno". Per difendere la frutta e verdura made in Italy la Coldiretti chiede maggiori controlli sull'etichettatura dei prodotti per evitare che sia spacciato come nazionale un prodotto importato. Tale richiesta verrà formulata anche nell’ambito della piu' grande manifestazione promossa dagli agricoltori negli ultimi anni, che la Coldiretti organizzerà a Bologna l'11 luglio.