“Abbiamo superato l’emergenza, ma attenzione a non abbassare la guardia”. Lo ha rimarcato il presidente della Confagricoltura, Federico Vecchioni, intervenendo all’assemblea degli agricoltori di Rovigo che, come tutte le zone del bacino del Po, soffre per la siccità e le limitazioni all’uso dell’acqua, che sono state concordate tra le Autorità nazionali e locali, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, di un mese fa. Vecchioni ha spiegato che le piogge del mese di maggio sono state consistenti: non sufficienti a modificare il quadro di “austerità”, ma comunque tali da non rendere necessarie, almeno per il momento, ulteriori restrizioni. “Ciò ci consente di ragionare in termini di prospettive - ha detto - più che di gestione della crisi”. Va confermata la richiesta di un rafforzamento degli interventi infrastrutturali. Confagricoltura propone di avviare da subito un “secondo piano irriguo”, oltre a quello varato dal ministro De Castro, perché si tratta di recuperare i troppi anni perduti senza azioni concrete in questo campo. Occorre che l’Ue prenda atto dell’impatto rilevante che i cambiamenti climatici stanno determinando sulle attività agricole, sostenendo interventi, sia di soccorso e di prevenzione delle crisi. Quanto si deciderà a Lussemburgo, la prossima settimana, in materia di riforma dell’Ocm ortofrutta - ha detto Vecchioni - sarà una cartina di tornasole per comprendere verso quale direzione si vuole procedere”. Infine il presidente di Confagricoltura ha affrontato la questione dei consorzi di bonifica: hanno dimostrato di svolgere un ruolo insostituibile. “Laddove i consorzi sono stati gestiti dagli agricoltori - ha detto Vecchioni – hanno dimostrato di saper funzionare".