Saranno tolte dal commercio le imitazioni australiane di vini made in Italy come chianti, barolo e marsala che ingannano i consumatori e causano danni economici e di immagine alle produzioni nazionali. Lo rende noto con soddisfazione Coldiretti nel commentare, dopo una lunga trattativa iniziata nel 1994, la proposta di accordo raggiunto a Camberra tra Unione europea ed Australia, che prevede la salvaguardia del sistema europeo di etichettatura con la piena protezione delle denominazioni di origine anche per i vini destinati all’esportazione e contiene anche un chiaro impegno dell’Australia a proteggere le indicazioni tradizionali europee. L’accordo prevede un periodo di transizione per l’adeguamento e dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri europei e dalle Autorità australiane. Un risultato importante per l’Italia, primo esportatore mondiale di vino, con le imitazioni che rappresentano il principale ostacolo alla crescita e l’Australia che è diventato un concorrente molto temibile, soprattutto crescente sul mercato statunitense. Secondo i dati dell'Italian wine & food institute le esportazioni di vino made in Italy negli Stati Uniti segnano un aumento del 18,1% in valore nel primo bimestre del 2007. L'Italia ha conquistato la leadership dei vini stranieri sul mercato statunitense davanti all'Australia che cresce dell'11,5% e della Francia le cui esportazioni sono aumentate del 4,3%.